Profonda Malinconia

 In POLITICA

Noi poveri ingenui avevamo capito che l’incontro fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi avesse all’ordine del giorno la sola legge elettorale perché – come scritto ieri – le “regole del gioco” devono concordarsi fra tutti i giocatori.

Abbiamo invece assistito a una conferenza stampa nella quale il Segretario del Partito Democratico ha parlato di “profonda sintonia” con il pregiudicato Silvio Berlusconi riguardo modifiche della nostra Costituzione che sono qualcosa di più delle semplici regole elettorali.

Ovviamente anche quelle si dovrebbero discutere con l’opposizione ma non è certo Berlusconi – un bugiardo, baro e criminale – l’interlocutore migliore per discutere di riforme del Titolo V e del Senato della Repubblica. E francamente di dimostrazioni di inaffidabilità e di interesse esclusivo per se stesso ne ha dato prove a iosa negli ultimi anni.

Esistono i luoghi deputati per discutere di Riforme Costituzionali e questi sono le due Camere dalle quali – fortunatamente – Berlusconi è ormai assente in forza del suo comportamento criminale, mica per un giochino di palazzo.

Ecco che anziché la “profonda sintonia“, che Matteo confida esserci con Silvio, noi proviamo una “profonda malinconia” per quel ragazzo fiorentino che voleva rottamare il mondo e che non più di qualche mese fa ironizzava – dal salotto di Vespa – che ormai Silvio Berlusconi è game over!

C’erano tante parole per commentare l’incontro di oggi e persino quella adoperata da Berlusconi – “soddisfazione” – suonava meglio di quanto pronunciato da Renzi. Forse era meglio – anziché convocare la stampa – affidarsi a uno scarno comunicato come ai tempi della vecchia Prima Repubblica o al più a un veloce “tweet“.

Avrebbe sicuramente fatto felici i propri militanti anziché Giuliano Ferrara che cinguetta gioia da tutti i pori.

Ma “profonda sintonia” ci sembra francamente troppo.

Non vorremmo che adesso – dopo tutte le sacrosante battaglie contro Berlusconi e il Berlusconismo – ci dovesse toccare – a noi di sinistra – considerarlo persino Padre della Patria.

Se D’Alema aveva fatto l’inciucio con il patto della crostata quello di oggi cos’è?

 

 

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