La notte dei desideri
A differenza di quest’anno, nel quale sto sorbendomi l’estate più calda di sempre nella Capitale, a 800 km dal mio mare che almeno un po’ di refrigerio me l’avrebbe dato, allora ero già in vacanza da qualche giorno, dopo un mese di luglio intenso e trascorso quasi per intero a Roma, con quasi tutte le sere e molte notti trascorse davanti al mio Mac e creando la storia che poi è diventata il mio primo romanzo.
Restava da scegliere il titolo: stavolta non c’era il caro amico Daniele che si inventò l’hashtag #vedraivedrai dopo una mia polemica mattutina con Matteo Renzi e che diventò un anno dopo il titolo del mio saggio politico. Adesso ero da solo: io e l’Etna dovevamo scegliere il titolo per quella storia, un titolo che in qualche modo rispondesse alla domanda che campeggia nella pagina che trovate su questo sito dedicata al romanzo: “Dopo un grande dolore si può ancora scegliere la vita?”.
Era la vigilia di San Lorenzo e pensai che quella che eravamo in procinto di trascorrere sarebbe stata la notte delle stelle cadenti: “esprimi un desiderio e si avvererà!” – dicevamo da ragazzi con il nasino all’insù, sperando che i nostri sogni potessero in qualche modo avverarsi. Aspirazioni di ottenere un lavoro, utopie di un mondo migliore, fantasie di viaggi memorabili, brame di amori finalmente corrisposti: riversavamo tutto in una notte magica, chi in riva al mare chi lassù in montagna, dove un po’ di frescura (o di non calura!) riesci a goderla anche in pieno agosto.
È nato così il titolo del libro e sebbene sia stato in bilico intorno a ottobre, quando ormai era quasi concluso e cercavo qualcosa che mi apparisse migliore, alla fine è stato confermato: d’altronde il “primo amore non si scorda mai” e così evidentemente anche il titolo del mio primo romanzo!
Adesso un anno dopo sono ancora davanti al mio Mac a scrivere questo post, a esaminare le tante foto di escursioni e viaggi e a cominciare a capire se ci può essere dentro di me l’embrione di un altro libro, sapendo bene che la notte di san Lorenzo qualcosa di magico lo porta veramente con sé. E così come lo scorso anno le stelle cadenti mi hanno portato bene, chissà che anche quest’anno non siano foriere di altre novità!