Lo depose in una mangiatoia
Mi duole mandarvi di traverso il boccone proprio mentre dibattete sull’ultima vittoria della Juventus che ha fatto allungare la classifica ai campioni d’Italia in carica, davanti alla squadra romanista, eterna incompiuta della nostra serie A.
Mi rammarico qualora vi siate commossi perché i vostri pupi vi hanno emozionato durante gli spettacolini di Natale nelle poche scuole che ancora li mettono in atto. Immagino sia sempre commovente vedere i vostri pargoli cimentarsi con le recite scolastiche.
Ecco mi dispiace per tutto questo, che fa parte delle nostre realtà e ovviamente non possiamo certo farci carico dei mali di tutto il mondo, ma …
… quando tornate a casa e volgete lo sguardo al vostro presepe, a quello magari bellissimo delle vetrine di qualche negozio chic nelle vie più eleganti delle vostre città, o se siete a Piazza del Popolo a Roma e ammirate i presepi di ogni parte del mondo, o se vi trovate a Napoli e rimanete a bocca aperta per la creatività degli artigiani partenopei, ecco per un attimo, che siate credenti o meno non importa, rivolgete lo sguardo al Bambinello nella mangiatoia e pensate invece a questo bambino (o bambina non saprei).
Un cucciolo di uomo che abitava non lontano da quella mangiatoia che voi rappresentate nella vostra sala; un piccolo essere umano al quale è stata tolta la vita praticamente ancora prima che essa potesse realmente svilupparsi; un ennesimo innocente come quei primogeniti fatti fuori da Erode nella periodica furia distruttiva che prende gli adulti di ogni tempo e di ogni religione; un piccolo che ha avuto come unico torto quello di essere nato nella zona forse più martoriata del pianeta, ostaggio di secoli di fondamentalismo, da quello cattolico-cristiano delle Crociate a quello islamico dei giorni nostri, senza che nessuno abbia pienamente compreso che quello che molti chiamano Dio, altri Jahvè e molti altri ancora Allah è sempre lo stesso. Perché se esiste non è che c’è un Dio cattolico, un Dio protestante, un Dio ebraico, un Dio islamico o un Dio indiano. C’è Dio. Punto.
Quando sabato sera vi ritroverete felici con le vostre famiglie; quando alla mezzanotte brinderete al Natale e magari intonerete un “Tu scendi dalla stelle” per celebrare la nascita del Bambin Gesù, ecco magari rivolgete un pensiero a tutti questi Bambini Gesù che continuamente nascono e muoiono laggiù senza che l’Occidente, quello stesso Occidente che giustamente ha pianto i propri morti nel WTC, ad Atocha, nella metro di Londra, nel Bataclan di Parigi e all’aeroporto di Bruxelles, abbia concretamente mosso mezzo dito per evitare la più grande tragedia che il nostro mondo avesse mai potuto immaginare di vivere, preferendo restare affacciati al balcone dei social network.
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