io e te
Eccoci nuovamente qui!
Io e te, come quella notte di dicembre di otto anni fa quando mi ti schiaffarono fra le braccia.
Io e te, come quelle notti nelle quali dormivi beatamente su di me.
Io e te, come quella notte nella quale ti vegliavo in ospedale mentre ansimavi e soffrivi per quel brutto febbrone che mi aveva provocato pure terrore, come quell’altra volta lì tanti anni prima.
Io e te, come quelle notti nelle quali mi chiedevi di inventarti storie impossibili pur di addormentarti e poi finiva che eri tu ad addormentare me.
Io con in mente te, quando in viaggio verso Milano ho guardato Padri e Figlie di Muccino e ho finalmente capito che avevo non soltanto il piacere ma anche il dovere di scrivere quel romanzo.
Lo dovevo a te, prosecuzione della mia vita in un’altra vita, per spiegarti meglio chi è tuo padre, perché a volte non lo trovi mai a tua disposizione, perché spesso ti dice «giochiamo dopo» e poi quel «dopo» è sempre troppo poco.
Lo dovevo a te, per farti comprendere meglio quanto nella vita sia importante non rinunciare mai ai propri sogni, anche a costo di sacrifici incommensurabili.
Lo dovevo a te, per ringraziarti del più bel dono che abbia mai ricevuto otto anni fa: diventare padre.
È un mestiere difficile: devi capire una persona distinta, accettarla con i suoi limiti e i suoi difetti, che i pregi son buoni tutti a mandarli giù. Ma anche quando lo scoramento e la stanchezza sono forti, basta che ti stendi ancora sul mio petto per farmi sentire quanto l’unica cosa che conti nella vita sia sempre la stessa e comincia per A: Amore.
Per te.
Auguri alla mia piccola principessa che oggi compie otto anni!