Si spara di nuovo

 In POLITICA
Tirato un sospiro di sollievo per il Presidente del Parco dei Nebrodi (nemmeno il presidente di un parco, che in un paese “normale” dovrebbe occuparsi di flora e fauna, può star tranquillo) e per i componenti della sua scorta (ancora un grazie infinito agli uomini e alle donne in divisa che proteggono i più esposti), c’è forse da “ringraziare” Cosa Nostra per essere tornata a sparare nella terra più bella e più da loro devastata che il Mediterraneo ospita.

In un’epoca nella quale si arriva persino a insinuare che la Mafia ormai non esiste più, che la narrazione (pardonstorytelling) ottimista verrebbe disturbata da serie televisive come Gomorra o da inchieste giornalistiche scomode, che lambiscono il grigio di certi rapporti fra politica e criminalità organizzata, lo scontro a fuoco per fortuna senza vittime fra mafiosi e poliziotti restituisce una verità terribile e cioè che la Mafia è ancora presente e che lo Stato non può e non deve lasciare da soli coloro che con coraggio l’affrontano a viso aperto, anche a rischio della vita propria, dei propri familiari e degli uomini che lo stesso Stato fornisce loro per la protezione.

Forse solo con il piombo politici nazionali e amministratori locali si ricorderanno adesso che non è con tweet, talk show e campagne elettorali permanenti, che si contrasta la criminalità organizzata nel nostro Meridione: servono controllo del territorio, più trasparenza e massima legalità. Serve un po’ più di Politica e un po’ meno di politica. Prima che la nostra Sicilia cominci a piangere nuovamente i suoi figli, martiri laici della Repubblica e della Legge.

 

(photo credit: fotografia ripresa da repubblica.it)

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