Shoah 2.0

 In POLITICA
Anemmeno ottocento chilometri dalle nostre coste, tanto dista Idomeni da Otranto, meno di quanti ne percorra io ogni estate per raggiungere la mia isola, stiamo assistendo – impotenti – all’olocausto del nuovo millennio. Davanti alla TV, seduti comodamente sulle nostre poltrone e con uno smartphone per indignarci twittando e ritwittando questo o quel VIP che puntualmente appare sulle nostre timeline, osserviamo sempre più sgomenti la tragedia che si sta abbattendo nel sud del nostro continente mentre i governanti dei 29 paesi dell’Unione Europea (con le lodevoli eccezioni dei governi del sud, Italia in testa) giocano a rimpiattino sulla pelle di questa enorme umanità che si sta riversando ai nostri confini in fuga da guerre e miseria, spesso alimentate sia le une che l’altra dall’olezzo putrido dei nostri dollari e dai nostri euro.

Se Adolf Hitler e i suoi fanatici nazisti misero in atto uno sterminio di massa contro una religione – gli ebrei – nel XXI secolo noi europei, che abbiamo osato autodefinirci civili, cristiani e custodi della democrazia occidentale per il solo fatto di aver debellato la pena di morte dai nostri ordinamenti, assistiamo ignavi e inermi alla pena di morte che si sta comminando lungo i nostri confini, in mezzo al nostro mare, rimanendo imbalsamati come mummie dall’economia, dalla tenuta dei conti, dalla paura che questi poveri disgraziati possano toglierci l’enorme benessere che abbiamo costruito in 70 anni di dopoguerra.

Ancora una volta stiamo assistendo a uno sterminio di massa senza batter ciglio, come se il problema fosse sempre da un’altra parte, non fosse nostro, proprio come 80-90 anni fa si rimase imbambolati di fronte all’ascesa del duo Mussolini-Hitler nel bel mezzo del continente europeo.

Abbiamo campato di rendita per decenni e da quando il Muro di Berlino è caduto e il capitalismo ha avuto la meglio sul socialismo reale ecco che ci siamo ancor di più incatenati alle nostre regole astruse di contabilità, che da che mondo è mondo favoriscono sempre di più i ricchi e affamano sempre di più i poveri.

Ci siamo inventati l’austerità per combattere la disinvoltura con la quale certi paesi del sud Europa, Italia in primis, spendevano e sprecavano a destra e a manca e adesso – con in mano soltanto quell’ideologia contabile – ci troviamo a rispondere a questo fenomeno migratorio epocale con la medesima ricetta.

Siamo passati dall’austerità finanziaria all’austerità sociale e umanitaria, come se una vita umana, un’intera comunità o un’intera popolazione come quella che stiamo vedendo accorrere ai nostri confini, fossero sprechi, merci, oggetti, prodotti.

Stiamo realizzando noi stessi, europei, civili, democratici, giudaico-cristiani, quello stesso olocausto che avevamo giurato non si sarebbe mai più ripetuto in Europa, dove anziché deportare le vittime nei campi di concentramento e squagliarle nelle camere a gas, le lasciamo marcire in balia delle acque e della inondazioni.

 

(immagine ANSA trovata su internet) Altre immagini di quanto sta avvenendo al confine fra la Grecia e la Macedonia.

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