Scusaci Silvio
Scusami, Silvio, se cinque anni fa pensai di tenere questo blog pensando che stessimo vivendo un periodo di “democrazia condizionata” soltanto perché pensavi di varare leggi liberticide sul giornalismo e sul l’informazione. Adesso che invece sono quelli sulla carta più vicini alla mia parte ad attaccare media e giornali rimango a cinguettare ironicamente come fosse un gioco e non una cosa terribilmente seria, ben peggio di quella di Grillo con la sua rubrica sul giornalista del giorno. Come Repubblica peraltro non degna nemmeno di un post-it giallo la sua frontpage, risparmiata dalle pagelle leopoldine.
Scusaci, Silvio, se per venti anni abbiamo creduto che noi di centrosinistra fossimo diversi da te e dai tuoi sodali e che i conflitti di interessi – di qualunque colore politico – fossero un male per la democrazia: abbiamo sbagliato, fanno parte di noi, come il Fascismo (da leggere assolutamente, a tal proposito, il libro di Tommaso Cerno) e il Populismo sgangherato che tanto successo ci ha portato prima a te e poi a Beppe e Matteo. Adesso che i conflitti toccano i nostri facciamo quadrato e persino un Ernesto Carbone, un uomo che oltre l’Arno e persino al di là della sua Sila nemmeno sanno chi sia, critica Roberto Saviano non sul merito ma accusandolo di essere in cerca di visibilità! Saviano, dico!
Scusaci, Silvio, se ti abbiamo combattuto aspramente in nome della libertà di informazione, mentre tu emanavi da Sofia il tuo personale editto per far licenziare dai tuoi uomini in Rai persino Enzo Biagi, mica un Sallusti qualunque: Repubblica all’epoca tuonava contro di te mentre oggi assiste silente ai ridicoli replicanti di Matteo, che hanno organizzato le stucchevoli pagelle della Leopolda. Quando invece Grillo stupidamente colpiva i suoi giornalisti, da Cuzzocrea a Messina e Zucconi, si parlava di attacco alla libertà di stampa e ogni nome sulla rubrica sul Sacro Blog diveniva una medaglia al valore!
Scusami, Silvio, se persino la simpatia per il tuo Milan mi è passata: pensavi di convincerci a votarti comprando Nesta e Balotelli e noi invece ti abbiamo ripagato gustandoci la Premier e la Champions, lasciando la serie A al livello penoso nel quale anche tu col tuo fedele Galliani, in perenne conflitto di interessi fra spalma-debiti e diritti televisivi, l’avete ridotta.
Scusami, Silvio, se ti ho combattuto con tutte le mie forze, in piazza, in rete e nelle urne: pensavo che passato te il nostro Paese si fosse vaccinato, come diceva Montanelli! E invece eccoci qui con conflitti di interesse risolti con la solita porta girevole di Palazzo Chigi ed editti contro la stampa che vengono addirittura incoraggiati da un Premier al quale non basta più che tutta la carta stampata a tiratura nazionale, la stragrande maggioranza dei giornali locali, tre quarti dei network televisivi e un potentissimo gruppo di influencer sui social amplifichino le magnifiche gesta del suo governo oltre ogni immaginabile mentre invece silenzi e censuri ogni dato che non renda degna lode al suo ego.
Scusaci, Silvio, per tutto: abbiamo scherzato ma a te piacciono le barzellette e sono sicuro che saprai sorridere. A proposito la sai quella del politico che inorridiva per la strumentalizzazione delle morti e tre mesi prima in un altro comizio aveva proiettato la foto di Aylan, il povero bimbo ripreso dai fotografi sulle spiagge turche che con la sua morte ha scosso così tanto i tedeschi e la Merkel in persona?