Il ponte dei nuovi faraoni: dieci domande a Matteo e Angelino

 In POLITICA
Diciamocelo francamente: nessuno avvertiva il più lontano barlume di necessità di dover di nuovo discutere, al termine dell’anno di grazia 2015, del Ponte sullo Stretto di Messina.

Pensavamo e speravamo che terminata l’era della grandeur berlusconiana anche il desiderio di costruire opere faraoniche nel nostro Paese si fosse attenuato, anzi si fosse praticamente estinto, specialmente dal momento nel quale due giovani presidenti del consiglio si sono succeduti a distanza di nemmeno un anno, entrambi appartenenti a generazioni che nulla hanno a che vedere con l’utilizzo dell’edilizia monumentale come segno del proprio potere e della propria impronta nella storia. Tutto avremmo immaginato salvo che il più twittarolo capo di governo del mondo occidentale se ne uscisse – in un’intervista sul solito libro natalizio di Bruno Vespa – con un’idea vecchia come il mondo: unire Scilla e Cariddi.

Ora devo confessarvi che secondo me il premier non dice sul serio: ma non perché sia convinto o meno del ponte. A Renzi non gliene può fregare di meno di un’opera come questa che peraltro non verrebbe nemmeno completata in tempi così ragionevoli da ipotizzare ancora la sua permanenza a Palazzo Chigi: a lui – giustamente, visto il personaggio e l’ambizione – interessa il proprio potere personale e consolidare la propria compagine. E tutto ciò passa necessariamente nel mantenere il rapporto privilegiato con Alfano (leggi: voti – tanti! – in Sicilia!) e con Verdini (leggi: disinnesco della mina continua al Senato, costituita dalla minoranza del Partito Democratico).

Ma come sapete, se avete seguito il mio blog negli ultimi tempi, della “politica” spicciola a me non frega più molto e il mio giudizio su Renzi, il suo Governo e questo PD l’ho già da tempo espresso e nel frattempo non ho cambiato idea. Se un giorno le nostre “strade” elettorali dovessero incrociarsi di nuovo bene, ma certamente non potrà avvenire fino a quando non vedo rappresentate da questo PD vetero-blairiano né le mie idee e né cosa ritengo debba essere sinistra nel XXI secolo.

Però sul Ponte, per ovvie ragioni anagrafiche e affettive, qualcosa la voglio dire e chiedere al nostro Primo Ministro e al suo Ministro dell’Interno, di fatto un vice premier.

Si dice che questa grande opera la verranno a guardare da tutto il mondo e quindi potrebbe servire per aumentare i flussi turistici per Sicilia e Calabria che di questo settore campano. Ora voglio rispondere a questa argomentazione senza alcuna mediazione educata: ma ci volete prendere per il culo? No, dico, perché sarebbe interessante parlare di questo con Matteo e Angelino, magari se riuscissero ad alienarsi dalla loro atavica paura di non saper che fare una volta fuori dal Palazzo visto che sono due politici purissimi da quando portavano i calzoni corti.

Ma veramente pensano che i turisti non si spingano più a sud di Napoli perché non c’è il Ponte?

Ma lo sanno costoro che da quando ci sono i voli low cost per Catania, Palermo, Trapani, Crotone, Lamezia e Reggio i turisti possono raggiungere agevolmente tanto la Calabria quanto la Sicilia?

Ma lo sanno che se non tornano non è perché non c’è un cazzo (sorry!) da vedere e quindi aspettano la nuova opera faraonica, ma semmai perché mancano una marea di servizi di prima necessità per il turismo e del ponte non gliene può fregare niente a nessuno?

Hanno mai visitato costoro i mosaici della Cappella Palatina, di Monreale o di Cefalù?

Hanno mai gironzolato per Ortigia, Ragusa, Modica, Scicli e Noto, ammirandone il barocco?

Hanno mai visto cos’è la Valle dei Templi di Agrigento, il parco archeologico di Siracusa, il Tempio di Segesta, le rovine di Selinunte, la Villa del Casale di Piazza Armerina, gli stupendi teatri di Tindari, Taormina, Catania?

Hanno mai provato a girare per i centri storici di Palermo e Catania, con i loro mercati caratteristici, i loro palazzi, le loro fontane?

Hanno mai visitato Gerace, Scilla, Tropea e ammirato i Bronzi di Riace al museo reggino?

Sanno cos’è la Villa del Tellaro vicino Noto e quanto potrebbe realmente rendere se venisse “sfruttata” meglio?

Hanno mai sentito parlare di Aspromonte, Sila, Madonie, Nebrodi, Peloritani, Etna e quanti meravigliosi borghi, come Montalbano Elicona o Erice, sono lassù arroccati e possono essere un volano per l’economia assai maggiore di quello che potrà mai essere un ponte di cemento?

Ecco, quello che mi chiedo – giuro – senza alcun pregiudizio politico: costoro che adesso viaggiano con gli elicotteri e gli aerei di Stato, ma hanno pressapoco la mia età, quando erano ragazzi come me e viaggiavano un po’ con le loro famiglie cosa preferivano? Le solite tristi vacanze nei villaggi, sbafando, rimorchiando e sonnecchiando, oppure ogni tanto hanno provato ad ammirare la vera grande bellezza che possiede lo Stivale, visto che di opere faraoniche ne abbiamo già realizzate a schifiu?

 

p.s. per i non parlanti la lingua siciliana: a schifiu=a iosa!

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