Finisce Qui

 In PROGETTI

Èqualcosa che sento da tempo: ne avevo accennato anche lo scorso marzo in questo post. Poi avevo ancora scritto qualche articolo, più che altro per commentare eventi che mi avevano maggiormente colpito, dall’accelerazione di Obama con Cuba e Iran ai sempre troppi morti del nostro Mare. Ho parlato anche di elezioni britanniche, di leggi elettorali e del pericolosissimo precedente che il Governo ha introdotto, chiedendo la fiducia sulla legge elettorale (4 volte, su tutti gli articoli). Ho commentato i risultati delle ultime elezioni amministrative, sottolineando come gli elettori storici della sinistra stiano fuggendo a gambe levate dal PD, senza che il giochino della sostituzione con i celeberrimi “moderati” stia avvenendo (peraltro sta diventando assai sconcertante che siano considerati moderati Verdini, Cosentino e sodali e intercambiabili con Civati, Cofferati e Fassina!).

Ho parlato molto (c’è chi dirà troppo!) negli ultimi cinque anni di Politica, di Partiti, di Democrazia, di Costituzione.

Adesso è giusto che mi fermi.

L’ho capito leggendo il post su Facebook di Claudio Sabelli Fioretti che ha annunciato che da settembre non condurrà più “Un giorno da pecora“:

… probabilmente è solo una questione di stanchezza. Diciamo che non ne potevo più della politica. La politica secondo me sta vivendo un ventennio orribile. Ed io ho bisogno di un ventennio sabbatico.

Ecco sento le stesse cose: provo un senso di nausea di fronte alla nostra politica e per quanto non veda l’ora di godermi le primarie americane è sempre in Italia che purtroppo vivo! Arrivi ad avvertire un fitta allo stomaco di fronte alla pessima qualità del dibattito politico, avendo ottima memoria e ricordando quindi persino le vecchie tribune politiche!

Sentir discutere di politica da mezze calzette ritrovatesi in Parlamento o nelle segreterie dei partiti soltanto per il carisma dei rispettivi leader, tu che hai ancora in mente i maggiori dirigenti democristiani, socialisti, repubblicani, liberali e comunisti, tu che ancora ricordi Pannella e Bonino dei tempi che furono, tu che ti commuovesti insieme a Occhetto quando nacque il PDS, ecco non riesci più a girare attorno a questa politica, declinata sotto forma di tweet, di hashtag, di slogan vuoti, di annunci e – soprattutto – di giornali che hanno rinunciato a fare i giornali.

Non so e non posso sapere quanto durerà il mio sabbatico dalla politica: una stagione, un anno, sempre. So però che negli ultimi tempi, quando con la mia famiglia mi sono trovato a staccare totalmente la spina dall’attualità è come se avessi provato un diverso respiro, fatto più di ossigeno e non più di quel monossido di carbonio che spesso inaliamo dai veleni dei social network.

L’atavica malattia italiana del tifo, quella per la quale la nostra democrazia è somigliante a un grande campo di calcio, con le opposte tifoserie impegnate più a insultare gli avversari che a sostenere la propria squadra, si è ovviamente trasferita nei social network, nati con lo scopo della condivisione e invasi oggigiorno dall’esaltazione quotidiana pro o contro un leader o un partito e divenuti ricettacoli per gli invasati (quasi sempre anonimi) che impediscono una qualsivoglia riflessione ponderata.

Dalla tenerezza dei pensionati, che come tradizione sono divenuti pompieri dopo una gioventù da incendiari, ai grandi influencer della rete che non si rendono conto di quanti danni stiano compiendo manipolando l’informazione, nascondendo i fatti dietro un enorme e troppo denso velo di parole, sapientemente adoperate affinché la massa degli individui non riesca a formarsi un’idea obiettiva e si adagi su quella mainstream.

Questo blog – come si evince dal suo motto “Riflessioni e racconti, fotografie e viaggi di un emigrante del Terzo Millennio” – è pur sempre un blog personale e se non si sente più un argomento, se capisci che non puoi più tirare fuori nulla da quella tematica, allora è giusto che consegni alla grande pancia della rete ogni articolo scritto sul tema.

Cercherò di organizzare un luogo ad hoc dove conservare tutti i quasi mille articoli di politica scritti in questi lunghi cinque anni e che sono stati prima l’occasione di pubblicare il primo libro sui tre anni di blog, poi la traccia, il canovaccio, dell’ultimo libro #VEDRAIVEDRAI, uscito lo scorso febbraio.

Dai prossimi giorni in poi troverete a poco a poco dei cambiamenti: dalla homepage alla struttura stessa del sito. Negli ultimi due anni abbiamo speso tanto tempo e abbastanza soldi per far sì che sia giunto il tempo di spremere ogni singola potenzialità multimediale che questa piattaforma (la migliore per wordpress oggi sul mercato) consente e che ha di fatto un solo limite: la creatività del suo produttore.

Proverò a raccontarvi tanto altro: dai viaggi alla fotografia, dalla scuola alla vita di ogni giorno, dallo sport guardato in panciolle sul divano di casa a quello praticato in vasca!

Mi auguro che continuerete a seguire queste pagine e chissà magari anche a voi piacerà leggere altro che non siano le analisi e i commenti sulla nostra attualità politica.

A presto.

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