La nostra responsabilità

Cosa succederà quando l’ultimo dei sopravvissuti alla Shoah nazista e alle deportazioni fasciste sarà andato via?

Cosa accadrà quando non ci sarà più nessuno di questi grandi normali uomini che prenderanno il raschietto in mano per cancellare scritte e simboli dell’orrore e dell’odio razziale?

Cosa avverrà quando non ci saranno più testimoni oculari, come Enrico Angelini, che avranno la forza per raccontare e testimoniare quali schifezze l’uomo europeo, giudaico-cristiano, ha compiuto in quella che si autodefinisce la “culla della civiltà”?

Forse non accadrà proprio nulla, ci abitueremo anche a pensare che sia normale inneggiare all’odio, disegnare svastiche, riunirsi in una delle piazze che videro la Resistenza all’orrore e alzare tranquillamente e impunemente il braccio destro, ben teso, inneggiando al Duce.

Ed è proprio per questo che coloro che non si rassegnano, coloro che hanno nel loro sangue lo stesso DNA di chi quella Resistenza l’ha portata avanti, non rinunceranno mai al loro compito di genitori raccontando e testimoniando alle nuove generazioni cosa sia stato quello scempio.

 

photo credit: Ansa