Morti Nostri

 In POLITICA
Avevano l’espressione tronfia, di chi pensa di aver fatto la voce grossa ed essere diventati grandi statisti, soltanto perché i giochi della politica politicante e del destino assai spesso imperscrutabile, li avevano assisi alle più alte cariche del nostro Governo. Ricordiamo bene il discorso di insediamento alla guida del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea, quei sei mesi che «non importano a nessuno» – quando a guidarli ci sarebbe dovuto essere Enrico Letta – e che qualche tempo dopo diventavano l’oppio per le menti italiane in cerca di gloria perduta. E come non dimenticare la conferenza stampa del Ministro dell’Interno Angelino Alfano durante la quale raccontava la favoletta che la fine dell’operazione Mare Nostrum avrebbe certamente comportato un balzo di corresponsabilità all’Unione Europea? E vogliamo persino scordare i toni assolutamente vergognosi che si levavano dai banchi delle più varie opposizioni, dalla destra cinica di Salvini e Meloni per arrivare ai garanti della “gente”, e che “contabilizzavano” questa operazione navale come il solito “spreco” di denaro, perché si sa gli sprechi sono sempre quelli degli altri?

Ebbene, grazie alla fine dell’impegno della nostra Marina Militare, alla quale tutti dovremmo essere grati per i miracoli compiuti nel passato salvando vite umane (un paradosso – a pensarci – per una che dovrebbe essere una Forza Armata e quindi eliminata seguendo l’importante esempio della Costa Rica, perché noi «abbiamo l’articolo 11» della Costituzione più bella del mondo), i morti di ieri sul nostro mare, proprio quelle acque nelle quali ogni estate ci immergiamo per far passare i  nostri bollenti spiriti e quelli dei nostri piccoli, quei morti ieri non ci sarebbero stati se quei poveri disgraziati fossero stati salvati da un mezzo militare per alto mare e non dalle motovedette della Guardia Costiera, ovviamente non equipaggiate per quel tipo di mestiere.

Quei morti, di ieri, nel “mare nostrum” sono tutti morti nostri, della nostra incapacità di provare sentimenti che vadano al di là di un freddo foglio excel nel quale riportiamo costi e benefici di un’operazione umanitaria, contabilizzata come una ragionieristica partita doppia.

Ma lo sono maggiormente – questi morti – di coloro che con la loro superbia affrontano il dramma degli sbarchi sulle nostre coste, privilegiando il proprio interesse particolare, sia esso elettorale o politico, anziché adoperarsi con spirito umanitario.

E nel nostro Paese queste responsabilità hanno un nome e un cognome, anzi nomi e cognomi, perché il Governo è collegiale (ai sensi sempre di quella bellissima Costituzione che nessuno poi rispetta) e accanto alla responsabilità diretta del Viminale c’è anche quella di chi dirige la politica del Governo della Repubblica, Matteo Renzi, troppo impegnato a twittare contro le sgradite inchieste televisive e poco ad amministrare con gli strumenti propri del potere esecutivo: non bastano certo tweet, slide e portali per salvare le vite di questi poveri disgraziati che fuggono dagli orrori di casa loro.

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