Lavori in corso

 In PROGETTI
Se vincenzopistorio.com fosse un edificio avrebbe ponteggi e impalcature perenni! Un cantiere perenne! Come se non bastassero questo blog con i suoi reportage, il photo management con gli ultimi scatti da curare, registrare e pubblicare, il necessario aggiornamento professionale in termini di social media, web publishing, SEO e tutte le altre rogne che un’attività in rete porta con sé ci mancavano pure i progetti off line! Che poi sono quelli che improvvisamente ti assorbono tutti i pensieri e nei momenti più impensabili!

Sto lavorando a due progetti editoriali: il primo, un saggio, spero riuscirà a vedere la luce in primavera. L’altro invece è  un romanzo e mi auguro riesca a pubblicarlo in estate.

Il primo è emotivamente più semplice: meno coinvolgimento interiore, più ricerca sì ma orientata a fatti, opinioni, dichiarazioni, dati, maggiore sicurezza nella stesura per abitudine a discutere e analizzare alcuni dati.

Il secondo è invece un viaggio attraverso emozioni, fantasie, paure ed euforie che naturalmente ciascuno di noi prova. A volte persino abbozzare gli appunti diventa doloroso, emotivamente doloroso, fisicamente devastante, per quanto ti immergi nella trama e nello sviluppo che vuoi dare alla storia.

E che dispendio di energie: stracci (virtualmente!) bozze, le recuperi quando pensi di aver sbagliato, leggi, ti documenti, cambi idea, butti tutto e riscrivi.

Mi piacerebbe pubblicarlo in estate perché quella è la mia stagione: il tempo del calore e del mare, dei colori della mia terra e dei sapori della mia Sicilia. Ma che fatica!

Per non perdere l’abitudine al viaggio e al lavoro sul campo, fra qualche settimana ci concederemo un weekend nella prima capitale d’Italia: sono già stato qualche volta a Torino e ricordo di averla trovata molto signorile. L’ultima volta credo sia stato per un colloquio di lavoro ormai oltre quindici anni fa, durante il servizio militare. Partii da Roma con un aereo Air One e poi in un taxi da Caselle ai laboratori CSELT (ora Telecom Italia Lab) dove feci la selezione. All’epoca – a noi neolaureati – pagavano volo e taxi. Bastava portare le ricevute! Pensate un po’ come sono cambiate le “abitudini“.

Pranzai da amici “quasi parenti“: cugini di cugini acquisiti siciliani che per proprietà transitiva divenivano miei cugini a loro volta! La magia delle famiglie allargatissime del Meridione!

Quella volta non andai armato di fotocamere: cercavo lavoro nel settore dei miei studi, le telecomunicazioni, e tutto avrei immaginato tranne che poi nella vita avrei provato a percorrere altri binari per soddisfare i miei bisogni più interiori. Ho visto qualche giorno fa alcune immagini della cinta alpina della città, già innevata, e non vedo l’ora di scattare, postare e scrivere.

Non vedo l’ora di immortalare la mia bambina in giro per il Parco del Valentino o estasiata davanti ai frammenti di antiche civiltà al Museo Egizio. Desidero molto tornare sulla Collina di Superga dove mio padre ci portò la prima volta che andammo a Torino, pressato dalle mie richieste di capire come fosse stato possibile che una squadra di calcio avesse perduto lì la vita (il cronista in me a dodici anni pensava ovviamente soltanto al pallone!). Infine spero di riuscire a scattare qualche foto dalla terrazza della Mole. Se lo spettacolo è quello che i giornali on line hanno pubblicato qualche giorno fa una visita è sicuramente d’obbligo.

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