Web sostenibile

 In MEDIA
Grande attenzione ieri ha attirato la notizia del doppio segno di spuntatura di colore blu che sul popolare servizio chat WhatsApp, acquistato per svariati miliardi di dollari da Facebook, indica che il messaggio inviato è stato “letto“.

Fino a ieri infatti chiunque utilizzava il servizio poteva soltanto sapere se il messaggio fosse stato o meno consegnato allo smartphone del destinatario: da ieri – invece – possiamo aggiungere altra ansia, oltre a quella che già normalmente possediamo, nell’attesa che il nostro messaggio sia effettivamente letto dal nostro interlocutore.

Editorialisti, paginate intere, post infuocati e social network imbufaliti hanno da ieri commentato questa notizia: lesione della privacy, rischio della propria libertà. Molto carino Bartezzaghi oggi su Repubblica: “Se domandare è lecito e rispondere è cortesia, dev’essere obbligatoria la cortesia?“. Simpatico.

Confesso che un po’ – come si direbbe a Roma – me rode che tutti questi strumenti applicativi a poco a poco si stanno mangiando pezzetti del nostro privato in cambio di altre potenzialità.

Moltissimi hanno pensato alle infedeltà coniugali, nei vari social, ma pensate invece a quante liti domestiche:

Lei: Ti avevo detto di comprare il pane!

Lui: Non è vero!

Lei: Bugiardo! La spuntatura su whatsapp era blu!

Ora, scherzi a parte, io non sottovaluto proprio questo restringimento del perimetro delle nostre vite private ma forse – a fortiori – bisognerebbe cominciare ad adoperare il web in maniera consapevole e sostenibile.

Personalmente non amo boicottaggi e altre amenità di questo tipo ma se la nuova chat non soddisfa più allora c’è un’unica strada maestra: cambiare applicazione, persino tornare al vecchio SMS o alla obsoleta telefonata sulla linea fissa! Forse prima di metterci su Twitter, Facebook, Flickr, LinkedIn, ecc. dovremmo cominciare a leggere bene le condizioni e i termini che approviamo ma soprattutto utilizzare tutti gli strumenti di tutela della privacy che abbiamo a disposizione (su Facebook esistono le liste, ma quanti le hanno personalizzate?).

E quando tali strumenti riteniamo siano insufficienti dobbiamo imparare a cancellarci o almeno a rendere pubblico lo stretto indispensabile per le nostre attività commerciali e lavorative oppure per i nostri bisogni di vicinanza ad amici, parenti e conoscenti. Così come per la salvaguardia dell’ambiente è necessario uno sviluppo sostenibile così anche per il web, ormai entrato a pieno titolo nelle nostre vite, è assolutamente necessario un consumo pienamente consapevole.

Solo così conserveremo sempre l’ultima parola sulla nostra vita.

 

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