Arrivano tutti lì

 In MEDIA
Prima ci arrivò Google. Un giorno le agenzie batterono la notizia bomba: “Mountain View acquista la divisione mobile di Motorola”. Poi fu la volta di Steve Ballmer, ex CEO di Microsoft e amico di Bill Gates: visti gli scarsi successi di tutti i sistemi operativi successivi a XP e la non proprio esaltante penetrazione di mercato di Surface, il tablet nato per sfidare iPad e Galaxi ma che poi nemmeno il solletico è riuscito a fare loro, ecco che Redmond comprò Nokia, per risollevare l’azienda finlandese dal disastro di tutte le scelte compiute dal 2007 in poi.
Alla fine arrivano tutti lì, dove Steve Jobs era già giunto prima: così fu per le finestre, il multitouch, la user friendly interface. Adesso è il turno di copiare i negozi, gli Apple’s Store.

Ma se prima si trattava comunque di tecnologia e una nicchia di noi appassionati, e tifosi, con la solita diatriba tra chi considera il fondatore di Apple un profeta e chi invece lo considera un demonio perché ha distrutto la bontà intrinseca dell’informatica, la notizia che Federico Rampini ci fornisce da Manhattan farà sì tremare i polsi a Macy’s – anche se a noi importa un fico secco della Rinascente a stelle e strisce – ma ci dà ulteriore conferma di quanto le idee di Stefanino Lavori fossero di fatto anticipatrici.
Racconta, il corrispondente di Repubblica da New York, che Amazon aprirà in pieno centro, a non molti isolati dal santuario Apple della Quinta Strada, il suo primo negozio “fisico“: innanzi tutto diverrà un punto ritiro ordini poi ovviamente qualcos’altro.
È una rivoluzione per la distribuzione organizzata (un ritiro ordini in pieno centro a Manhattan è una novità già in sé) ma è anche un’incredibile ritorno alla fisicità, dopo decenni nei quali siamo stati quasi intontiti di quanto fosse bello e quanto fosse meglio acquistare tutto on line, stare soltanto in rete, quanto si riducessero i costi, etc.
D’altronde dopo il lettore di libri e il Kindle Fire in alta definizione, un buon tablet, evidentemente Jeff Bezos si è reso conto che ancora gli uomini hanno questo antico vizio: voler toccare di persona le cose e voler trascorrere il tempo a contatto con altri umani anziché soltanto tra macchine.
Ma c’è forse qualcosa di più serio economicamente e socialmente: è la consapevolezza che la rete, l’internet, l’informatica, i computer di tutti i tipi ormai veramente personal con l’avvento degli smartphone, sono ormai diventati una commodity, tanto quanto la luce e il gas, l’acqua e il telefono. Fanno parte – di certo in America, in Italia siamo ancora arretratissimi sulla penetrazione tecnologica – delle cose normalissime che una società mette a disposizione tra i servizi: ma non rappresentano un mondo a sé, sono soltanto un medium come mille altre cose, un elettrodomestico come altri, indispensabile come una lavatrice o una lavapiatti ma senza nessuna particolare virtù salvifica, come spesso ci siamo sentiti ripetere dai sacerdoti dell’informatica.

Anche perché se facessimo un sondaggio temo che computer, tablet e smartphone non vincerebbero affatto con la lavatrice.

 

Recommended Posts
CONTATTAMI

Per qualunque informazione scrivimi e ti risponderò al più presto possibile.

Not readable? Change text. captcha txt
0
VINCENZOPISTORIO.COM