Mare, monnezza e tanta tristezza

 In LIFE

Nelle stesse ore in cui lo sciagurato Ministro dell’Interno Angelino Alfano (sì, lo so che non ci credete che quest’uomo sia il responsabile della vostra sicurezza, ma purtroppo lo è!) preparava e annunciava l’operazione “Spiagge Sicure” contro il nuovo nemico di noi bagnanti, i venditori ambulanti (presumibilmente di colore) – inopinatamente chiamati «vu’ cumpra’» – mi stavo dirigendo con la mia famiglia verso le spiagge di Marzamemi, in provincia di Siracusa poco sotto la Riserva Naturale di Vendicari, per trascorrere una giornata ospiti di nostri familiari che nel pittoresco borgo all’estremo Sud della Sicilia passano le loro vacanze agostane.

Ma prima di immergermi nel mare che vedete nella foto sopra, e che vi giuro era più trasparente di una bottiglia d’acqua minerale, lo spettacolo al quale ho dovuto assistere è stato questo:

Col candore di chi è abituato e rassegnato, quasi fosse un ineluttabile destino di noi siciliani dover vivere condannati alla sporcizia, all’inefficienza e al degrado, un bagnino di uno stabilimento privato vicino – interpellato da me sul perché quel tratto di spiaggia pubblica non fosse pulito – mi ha fornito una risposta al contempo surreale e terribile: «È che ieri c’è stata la notte di San Lorenzo e molti sono rimasti in spiaggia» – chiosava il bagnino, come se fosse la cosa più normale e naturale del mondo che un gruppo di emeriti imbecilli si fossero riuniti su una spiaggia pubblica, si fossero ubriacati e avessero lasciato sacchi interi di immondizia e persino un disordinato tappeto di rifiuti, proprio a due passi dal nostro mare, aggiungendo che comunque non era responsabilità sua avvertire la competente autorità affinché venisse pulito quello scempio!

Ma veramente per il responsabile del Viminale la pericolosità sulle nostre spiagge è rappresentata dai venditori ambulanti, ai quali comunque puoi sempre rispondere di no, sorbendoti al massimo la litania dei piagnucolosi bambini che pretendono l’ultima sciocchezza inventata e inutile che essi mettono in vendita?

Non so quali arenili il ministro Alfano stia frequentando ma posso assicurare che anche sulle spiagge delle sue parti, le bellissime coste agrigentine della Scala dei Turchi, di Licata, di Sciacca, di Selinunte, non credo che i suoi conterranei trovino pericoloso un «vu’ cumpra’», non sicuramente per i piedini delle nostre piccole pesti che girovagando sulla sabbia potrebbero di certo ferirsi con pezzi di vetro spesso nascosti all’occhio (mia cugina ne ha recuperato uno bello grosso proprio all’ingresso in acqua, nascosto fra il fogliame sottomarino).

Avrei voluto scrivere un post diverso, stasera, illustrandolo con foto come queste qui sotto, ma l’amarezza per lo stupro del nostro bene più prezioso, il mare – dal quale sono arrivate nei millenni della nostra storia contaminazioni di ogni civiltà del Mediterraneo che è passata su quest’isola, caricandoci di ricchezze in storia, cultura, cucina, tradizioni – è enorme.

Forse aveva ragione un cugino di mia mamma quando, qualche anno fa, diceva che l’unica soluzione fosse appaltare ai romagnoli tutte le nostre coste: almeno loro lo sanno come si fa a far funzionare l’intera industria del turismo pur non avendo certamente il nostro mare.

O forse rinuncerebbero persino loro, se dovessero scontrarsi con la stoltezza di chi pensa che una spiaggia – pubblica e quindi di tutti – sia invece terra di nessuno. Che poi, mi chiedo sempre in questi casi: ma loro lasciano caterve di rifiuti sui loro giardini, nei loro corridoi o in mezzo ai loro pianerottoli?

 

p.s. confesso che a dispetto dell’entusiasmo collettivo per Marzamemi, specialmente nella Sicilia orientale, a me il borgo piace più in inverno che in estate: troppo caos, disorganizzazione, strade sporche, acri di terreni invasi da spazzatura, strade in pessimo stato.

p.p.s. Su www.instagram.com/vincenzopistorio potete scoprire tutte le escursioni di questa estate siciliana di Trentamila Piedi sopra lo Stivale

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