Scusaci Enrico

Scusaci, Enrico, per non aver saputo essere all’altezza della tua eredità morale.

Scusaci, Enrico, per aver perso trenta anni della nostra vita a dibattere se fosse più giusto un allargamento dell’alleanza di governo oppure una vocazione maggioritaria, senza aver minimamente proposto uno straccio di visione per il futuro di figli e nipoti.

Scusaci, Enrico, se la nostra litigiosità ha permesso a Beppe Grillo e a Gianroberto Casaleggio di bestemmiare il tuo nome dal palco della nostra San Giovanni e di appropriarsi inopinatamente dell’altro gigante del secolo scorso, Sandro Pertini, che ti pianse riportandoti a Roma e sul palco di quella piazza.

Scusaci, Enrico, se ancora oggi – a trenta anni di distanza – c’è chi ancora ti insulta a causa di un mondo che non esiste più, da una destra che scrive di una tua doppia moralità e a una presunta nuova sinistra, con i novelli spin doctor del tuo ultimo erede Matteo Renzi, che diventano un’eco amplificata di un liberismo di sinistra sconfitto dalla storia più recente.

Scusaci, Enrico, se non abbiamo ancora completato – e forse nemmeno cominciato – il lavoro che ci avevi suggerito, di andare casa per casa, porta per porta.

Scusaci, Enrico.