Rinunce e Sogni
Io lo capisco veramente, Matteo Renzi.
E sono quasi certo che forse non ci avrà nemmeno dormito la notte e sarà stato tentato di dare le dimissioni da Presidente del Consiglio e da Segretario del Partito Democratico, pur di disputare la “Partita del Cuore” a Firenze, la sua città, e giocando con Roberto Baggio, Giancarlo Antognoni e Gabriel Batistuta.
Il problema è che quando si assumono incarichi di un certo rilievo, specialmente quando lo si fa caricandosi addosso tutto il peso del cambiamento (anzi del #cambiaverso, come recita il suo hashtag delle primarie), si devono fare delle rinunce.
Purtroppo nei venti anni precedenti qualunque evento mediatico di interesse nazionale è stato sfruttato da Silvio Berlusconi per racimolare consensi e indirizzare campagne elettorali. Persino nella giornata di silenzio Berlusconi è stato in grado di fare campagna.
Era normale non soltanto che si alzassero i polveroni sulla sua partecipazione alla partita, ma soprattutto che gli venisse rimproverato di fare qualcosa che nel passato la sinistra ha sempre contestato a Berlusconi.
Bene ha fatto quindi il Premier a ripensarci per non sporcare un’iniziativa benefica. E soprattutto bene farà a lui che dall’alto del suo ego smisurato potrà fare un bagno di umiltà: anche il Presidente del Consiglio ha dei limiti, proprio come tutti.