Amnesie democratiche

 In POLITICA

Sono certo che sarà stato l’effetto dell’ora legale, un caffè digerito male, un tozzo di cornetto andato di traverso, sta di fatto che trovo inverosimile che la neo vice segretario di un partito, che per giunta si osa chiamare “democratico“, possa aver realmente e intenzionalmente pronunciato frasi che sicuramente “dal senno le son fuggite“.
Non oso nemmeno pensare cosa sarebbe successo se Silvio Berlusconi, Sandro Bondi o qualunque altro esponente del centrodestra si fosse permesso di usare gli stessi termini, riassumibili in “Grasso si ricordi che è stato votato dal PD“, con Carlo Scognamiglio Pasini o con Marcello Pera.
Sarebbe opportuno che la vice segretario del PD si ricordi che almeno fino a quando la seconda lettera dell’acronimo non verrà sostituita con la “R” di Renzi, “democratico” non significa certamente attenersi alle decisioni del proprio partito asetticamente, specialmente quando le leggi – specialmente quelli di revisione costituzionale – si discutono e si approvano in Parlamento e non nelle direzioni di partito, né tanto meno nelle segreterie o nei vertici segreti.
Se Serracchiani non si sente in grado di gestire il suo ruolo con il decoro e il rispetto che si deve alle istituzioni, e Piero Grasso ne presiede una di queste, sarebbe opportuno che rimettesse il mandato alla Direzione del PD.
Un’ultima considerazione riguardo alla dichiarazione con la quale Serracchiani ha cercato di mettere una toppa all’enorme buco che aveva prodotto in precedenza.

Scrive la Presidente della Regione Friuli: “Il Pd deve rispettare soprattutto l’impegno preso con gli italiani, che prevede la fine del bicameralismo perfetto, con un Senato non elettivo in cui sono rappresentate le autonomie“. In realtà sarebbe opportuno che si ricordi che l’impegno che il PD ha preso l’ha sottoscritto con i propri elettori partecipanti alle primarie e che rappresentano nemmeno il 10% del corpo elettorale italiano. Lo scorso anno, quando si votò per le Politiche (che sono più importanti di una consultazione privata) nessun partito aveva mai proposto – nemmeno il PD guidato da Bersani e nemmeno la componente renziana – di prevedere un Senato non elettivo.
Se c’è una cosa insopportabile di questo dibattito sulle riforme costituzionali è questo spacciare che un superamento del bicameralismo perfetto possa soltanto avvenire attraverso l’eliminazione delle elezioni, come se votare fosse un capriccio del popolo che viene concesso dal sultano del momento.
Si ricordi Renzi, e soprattutto i suoi generali RenziKaze, che la democrazia non è il loro giocattolino per far quadrare i conti della serva che quotidianamente ci spacciano per risparmi.
Quando si risparmia sulla democrazia una società diventa peggiore non migliore. E allontanare i cittadini dalla scelta dei propri rappresentanti non è mai una buona idea. E la storia ce lo avrebbe dovuto insegnare a iosa.

 

p.s. abbiamo sentito venerdì in Direzione PD che il “popolo incontrato” dall’on. Gentiloni afferma che “a Renzi nun jè dobbiamo rompe’ er cazzo”. Oggi è il turno invece di Debora Serracchiani. Temo non siano coincidenze.

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