La dis-unità dei cristiani
Come ogni anno, in questo periodo, comincio a leggere le istruzioni del Modello 730 che tradizionalmente cambia sempre per far impazzire il contribuente.
Ogni volta mi piace scrutare quante sono le confessioni religiose riconosciute dallo Stato Italiano ai fini della deduzione fiscale e dell’Otto per mille. Ecco quelle di quest’anno:
- Chiesa cattolica italiana
- Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del 7° giorno
- Assemblee di Dio in Italia
- Chiesa Evangelica Valdese, Unione delle Chiese metodiste e valdesi
- Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia
- Chiesa Evangelica Luterana
- Unione delle Comunità ebraiche italiane
- Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale
- Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni
- Chiesa Apostolica in Italia
- Unione Buddhista Italiana
- Unione Induista Italiana
Con l’eccezione delle ultime due e delle comunità ebraiche, tutte le altre “Chiese” sono (o meglio dovrebbero essere) tutte di ispirazione cristiana. Nove diverse confessioni religiose, dalla “capostipite” ad altre otto confessioni: una che si rifà allo Scisma del 1054 (quasi mille anni fa!) e le altre, a partire dalla più antica Chiesa Riformata – la Luterana – per finire a quelle nate sul finire del diciannovesimo secolo.
Colpisce – fra loro – la quantità di Chiese di tipo evangelico, comunità religiose che riescono persino a dividersi in un numero di confessioni superiori ai partiti nei quali è solita dividersi la sinistra italiana. Mi chiedo se i membri di queste nove confessioni cristiane conoscano veramente i fondamenti teologici che li dividono dai loro fratelli cristiani. Mi chiedo se conoscano realmente quell’esortazione del loro Cristo affinché essi viaggiassero uniti in questa vita.
Alla fine del mese di maggio Francesco e Bartolomeo ripercorreranno le orme di Paolo VI e Atenagora che si incontrarono cinquanta anni fa in Israele, in quella che è Terra Santa per tre grandi religioni dell’umanità. Forse sarebbe l’ora almeno di provare a rimuovere quegli ostacoli di natura oggettivamente incomprensibile, ai nostri giorni, tipo la questione del filioque, non fosse altro per l’ignoranza che ciascuno di noi ha di latino e greco!
p.s. ogni anno estraggo a sorte a chi destinare l’Otto per Mille: quest’anno invece voglio provare a credere che la rivoluzione oltre le mura leonine sia veramente arrivata anche alla Conferenza Episcopale Italiana e che i quattrini che i contribuenti italiani riconoscono alla Chiesa Cattolica finalmente vadano veramente e interamente per il sostentamento del clero e per le opere di carità. Naturalmente il prossimo anno ci sarà la prova del nove!