Pesi e Misure
Premessa: il segretario del PD, Matteo Renzi, fa bene a incontrare Silvio Berlusconi: piaccia o non piaccia, rappresenta il 20-25% degli italiani ed è riconosciuto come leader da moltissimi parlamentari nazionali. Certo sarebbe carino che questi incontri non avvengano nella sede del partito, dato che la si è snobbata quando si è trattato di riunire la segreteria, così come si sono snobbate le sedi fiorentine preferendo quella di un comitato elettorale. Ma sono dettagli piccoli, di poco conto.
Diventerà invece interessante capire come avverrà e come in realtà sta già avvenendo il negoziato. Renzi, il 2 gennaio, ha proposto tre diversi modelli di legge elettorale.
Ora se Berlusconi dovesse decidere sul modello spagnolo, poiché ben note sono le sue avversioni al doppio turno e al Mattarellum e la sua preferenza per le liste bloccate di qualunque tipo (ci sarà sempre qualche olgettina da piazzare, no?) di fatto il PD farà scegliere la legge elettorale al suo storico avversario, poiché sul modello prescelto dal Cavaliere si registrerà il più ampio consenso.
Tutto perfettamente lecito, perché le regole come giustamente sottolineato da Renzi si decidono con tutti.
Rimane però un nodo politico: se B. va bene per scegliere la legge che ci manda al voto perché non andava bene quando scelse Marini per il Colle nella rosa dei tre nomi proposte dal PD?
Stesso dicasi per proposte fatte al Movimento di Grillo: perché un anno fa non andava bene che Bersani li inseguisse, “fate presto” si diceva, “il Paese non può più perdere tempo“, e ora si fanno le stesse analoghe scelte politiche, peraltro in un clima profondamente diverso poiché nel marzo scorso il Capo dello Stato non avrebbe potuto rispedire tutti alle urne?
Perché quegli sfottò a Pierluigi che andava a parlare con i grillini, provava a far partire un governo di minoranza al Senato per dare una scossa e ora si sollecita la stessa scossa?
Ecco, Renzi è veramente bravo a comunicare e ieri è stato perfetto dal podio della direzione. Ne sentiremo parlare moltissimo in questo paese e sicuramente governerà a lungo partito e nazione. Ma chi non ha la memoria di Abramo, il pesciolino rosso di Arnold, ricorderà sempre la primavera dello scorso anno e non potrà mai politicamente perdonare – in primis a Renzi – l’atteggiamento presuntuoso, arrogante e frettoloso con il quale si è logorata la leadership di Bersani e conseguentemente si è bruciato un anno di cambiamento possibile.
E la balla che fosse solo D’Alema a complottare è difficile bersela!