Si fa presto a dire famiglia
So bene che citarsi non è mai un grandissimo esercizio di stile ma voglio tornare su questo post che scrissi quasi un anno fa:
C’è un canto di Chiesa, una volta eseguito durante il rito della Lavanda dei Piedi il Giovedì Santo, forse il gesto più rivoluzionario che Gesù compì durante la sua predicazione, mondando i piedi ai suoi discepoli, che recita Ubi Caritas et Amor ibi Deus est, tradotto in tutte le lingue della Chiesa d’Occidente: Dov’è Carità ed Amore, lì c’è Dio.
Ecco vorrei sapere dal Santo Padre e dalle gerarchie cattoliche se secondo loro, quando in una coppia omosessuale c’è amore e carità, lì, in quella coppia, c’è Dio?
Non è proprio la stessa Chiesa a dirci che l’Amore non si può ridurre soltanto al sesso? Vale soltanto per gli eterosessuali?
Ritengono veramente che nell’amore fra due persone dello stesso sesso non possa risiedere la Carità di Dio?
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Scritto quattro giorni prima del gran rifiuto di Benedetto XVI di proseguire il suo ministero petrino e quindi in un’altra era geologica per quanto concerne il Governo della Chiesa che Papa Francesco ha cominciato a rivoluzionare, questo post mi è tornato in mente stamattina leggendo questo articolo di un amico di Facebook ed ex collega nella mia vita “fuori dalla rete“. Sono d’accordo con Daniele sull’inutilità del “registro” proprio perché è il matrimonio che le persone omosessuali vogliono (sono totalmente d’accordo con Vendola che non vuole stare dentro un acronimo con il suo Eddie!), proprio quel mix di diritti e doveri previsto dal Codice Civile e che spesso ascoltiamo svogliatamente dal prete o dall’ufficiale comunale quando ci sposiamo.
Si tratta di riforme sono sostenute da lobbies interessate ad aprire nuovi mercati
Tuttavia trovo inquietante la seconda parte del post di Daniele: nel considerare sbagliata la “paura” di molti cattolici di uno sfaldamento dell’articolo 29 della nostra Costituzione, nel quale viene riconosciuto l’istituto del matrimonio e della famiglia naturale (ci torno fra un po’), Daniele Ricciardi scrive:
In ogni caso la paura non aiuta il dialogo necessario per far comprendere alla maggioranza degli italiani, alle prese con la crisi economica, che tali riforme sono sostenute da lobbies interessate ad aprire nuovi mercati (ad esempio, la vendita di figli a favore di coppie omosessuali) e che, proprio in questo momento di difficoltà, è necessario concentrare le forze sulla promozione della famiglia naturale e sull’incremento demograficowww.danielericciardi.net
Ora, a parte che anche la Chiesa Cattolica – tecnicamente – costituisce una lobby e tra le più potenti della nostra Repubblica (come la nostra storia, anche la più recente, dimostra), ancora una volta chiedo ai cattolici così tanto distanti da me (un cattolico che a volte ha la sensazione di appartenere a un’altra comunità): nuovi mercati? vendita di figli? Ma possibile che per certi cattolici l’Amore di Dio veramente risieda a seconda del tipo di rapporto sessuale che si consuma fra le lenzuola da due persone, adulti consenzienti?
Così banale è il matrimonio da vederlo ridurre a mero atto procreativo?
Così fragile è questa famiglia “naturale“?
Si parla di “promozione della famiglia naturale” e di “incremento demografico“: ma come si può sostenere che l’estensione di diritti ad altri possa far cambiare agli eterosessuali la loro inclinazione alla famiglia “naturale“? Veramente tali cattolici credono che una coppia “normale“, che ha rapporti sessuali secondo i dettami di Santa Romana Chiesa e che quindi costituisce la famiglia cosiddetta “naturale“, vedrebbe scalfite la proprie convinzioni etiche e religiose se una coppia – magari di loro amici gay – si ritrovasse davanti non dico a un altare ma a una scrivania del Comune di Pincopallino e si giurasse amore eterno?
Così fragile è questa famiglia “naturale” da non riuscire a comprendere che forse l’unica vera riforma costituzionale civile sia proprio quella di sopprimere questa aggettivo, “naturale“, da quell’articolo 29 che ormai non vuol dire più nulla?
Non sono forse “famiglia” le coppie “naturalmente” sterili che adottano figli? Non sono famiglia l’amico “vedovo” o l’amica “divorziata” che crescono da soli la prole?
Non è più degno di essere padre l’uomo che ammette finalmente a se stesso di essere gay nonostante i figli?
E quella ragazza che rimane incinta per una notte d’amore e vuole tenere il figlio nonostante sia “sola“? Non costituirà una “famiglia” con il suo bambino?
Non è famiglia quella costituita dall’ex deputata democratica Concia con sua moglie Ricarda, soltanto perché la Concia ha avuto la forza di ammettere a se stessa la propria omosessualità dopo un matrimonio “ortodosso” fallito?
Non è famiglia quella di migliaia di coppie dello stesso sesso che adottano – fuori dal nostro Paese – un bambino o una bambina e lo sottraggono a una vita in orfanotrofio o peggio a un destino di oggetto sessuale per porci depravati?
Perché nell’Amore fra due persone dello stesso sesso non può risiedere la Carità di Dio?
E veramente si pensa che un incremento demografico sia scoraggiato dalle unioni fuori dal matrimonio tradizionale? E se il matrimonio e la famiglia “naturale” sono così belli e importanti, come sostiene l’amico Daniele: perché dobbiamo negare a una minoranza (questo pur sempre sono e sono sempre storicamente stati gli omosessuali: una minoranza!) la bellezza e l’importanza di costruirsi una famiglia?
È passato un anno, abbiamo ora un Papa che dice “Chi sono io per giudicare?” eppure non si riesce ancora a trovare una risposta alla semplice domanda: “Perché nell’Amore fra due persone dello stesso sesso non può risiedere la Carità di Dio?”
p.s. non sono ancora riuscito a trovare una persona omosessuale che non si ponga per prima il problema delle figure di riferimento, paterna e materna, di fronte all’adozione di un figlio. A volte pensiamo sempre che gli altri siano egoisti e non pensino ai più deboli, che sono sempre i bambini, senza accorgerci che siamo noi, i “naturali”, i più egoisti di tutti, mettendo al mondo figli e dando loro tutto quello che vogliono tranne l’unica cosa che veramente conta per i bambini: l’Amore.