#tuttofinito: cortocircuito globale
Premessa d’obbligo: sono favorevolissimo all’abolizione costituzionale dell’istituto dei Senatori a Vita per come lo conosciamo. La Repubblica Italiana può trovare altri modi per celebrare i propri talenti, in qualunque campo, politico, economico, artistico, culturale e sportivo.
Tuttavia fino a quando la Costituzione li prevede nell’ordinamento repubblicano sarebbe il caso di rispettarli, a prescindere dalle proprie idee politiche partigiane. Così la pensavo quando lo era Giulio Andreotti, Gianni Agnelli, Sergio Pininfarina, anni luce distanti da quella che considero la mia parte politica.
Ma che adesso, oltre a Forza Italia che è come una tigre ferita perché il capo è stato dichiarato decaduto e ha come mission una sorta di Vietnam parlamentare ed extraparlamentare, anche il Movimento di Grillo chieda l’acquisizione di ulteriori documenti per la verifica dei requisiti di lustro dei quattro senatori a vita Abbado, Cattaneo, Piano e Rubbia, è francamente troppo.
Comprendo la polemica che alla Camera i pentastellati stanno facendo: vivono in una sorta di loro sistema solare, dove vigono strane regole che non sono direttamente collegate alla democrazia parlamentare. Capisco la sceneggiata di occupare i banchi del governo: probabilmente ignorano il significato simbolico della presenza degli scranni del governo separati da quelli dell’assemblea.
Capisco tutto, l’ostruzionismo parlamentare, il buttarla sempre e comunque in caciara, qualunque cosa.
Quello che risulta intollerabile e che chiaramente mina alle fondamenta la credibilità del Movimento Cinque Stelle è che si usino certi toni e certi sberleffi su quattro personaggi del calibro dei senatori citati, ai quali noi comuni mortali dobbiamo comunque si voti essere grati.
Beppe Grillo osò addirittura dare della puttana a Rita Levi Montalcini: per questi 50 senatori del Movimento i requisiti non sono evidenti per il più conosciuto direttore d’orchestra del mondo, il più famoso architetto del pianeta, una giovane ma prestigiosissima ricercatrice scientifica e soprattutto un Premio Nobel per la Fisica.
Scherzino con tutto il resto, ma lascino stare il prestigio e la chiara fama mondiale che i nostri migliori talenti hanno portato nel mondo.
E non perché non siamo tutti uguali davanti alla legge: lo sono anche loro.
Ma non sono certo quei 315 senatori e in particolare quelli della nuova ormai indistinguibile opposizione, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle, che possano certo esprimere alcuna caratteristica per provare soltanto ad immaginare di verificare la biografia, il curriculum, la fama e il prestigio che quei quattro studiosi e virtuosi possiedono e hanno mostrato al mondo.
Adesso basta.
p.s. grazie ad Antonio Romeo per la notizia