Puzza di bruciato
Chi segue questo blog sa come la penso sulla vicenda Cancellieri e sul fatto che – per tutelare se stessa e le istituzioni – sarebbe stato opportuno che la Ministra della Giustizia avesse rassegnato spontaneamente le dimissioni. E chiunque, sa bene quale siano le mie posizioni sui complotti e sulla dietrologia in generale. Tuttavia non può sfuggire che di fronte alla vicenda Cancellieri, con uno spiegamento mediatico enorme, c’è un qualcosa di strano, di incredibili coincidenze a partire dai verbali di don Salvatore Ligresti (e le sue dichiarazioni sulla raccomandazione della Ministra grazie ai buoni uffici con Berlusconi) che escono sui portali nello stesso istante in cui alla Camera si vota la mozione di sfiducia individuale. Soprattutto mi colpisce l’enorme complesso di forze che si sono coalizzate per chiedere le dimissioni della Cancellieri, da far impallidire quelle che pretendevano le dimissioni di Scajola a seguito della casa acquistata a sua insaputa.
In questa fine del 2013 si stanno concentrando troppe “stranezze“: dal surreale continuo rinvio di un voto sulla decadenza di un condannato in via definitiva ad un congresso, dell’unico partito strutturato rimasto, giocato con colpi anche bassi (fin troppo) alle spalle del governo presieduto da un esponente di punta dello stesso PD; dalle divisioni dentro i due partiti di centrodestra, il PDL e Scelta Civica, ai malumori che tornano pesanti nel Movimento di Grillo, paventando un nuovo documento dei dissidenti; da un PD che assomiglia sempre di più a una comunità di Tafazzi a un’intera classe politica (tutta, neo parlamentari cittadini inclusi) incapace di ragionare sul Paese, prendendo il tempo che ci vuole e soprattutto guidando il Paese, non assecondando le pulsioni più intestinali dello stesso e cercando di spiegare con tranquillità e senza continui assilli elettorali le scelte.
Enrico Letta non è un neofita della politica e quello che Corradino Mineo ha chiama errore politico (stamattina su La7), il caricare cioè di significato politico il voto di sfiducia individuale sulla Cancellieri come sull’intero Governo, non credo sia tale. C’è piuttosto nel duo Letta-Napolitano – a mio avviso – la consapevolezza che questa classe dirigente, impegnata in beghe di bassa lega, sia incapace di guardare senza lenti deformanti i processi politici.
Se Letta ha caricato di significato politico la vicenda Cancellieri, non pretendendo le dimissioni del Guardasigilli, è perché ciò avrebbe inevitabilmente comportato un rimpasto di governo e una fibrillazione tale che – si teme – un nuovo esecutivo non riuscirebbe più a reggere, specialmente perché la compagine alfaniana è sovradimensionata (specialmente per il peso dei dicasteri) e l’area montiana praticamente ha soltanto il sottosegretario Borletti Buitoni a rappresentarla, senza quindi un posto al Consiglio dei Ministri. E considerando che gli equilibri nel PD stanno per cambiare è evidente che persino la compagine democratica al Governo dovrebbe essere diversamente articolata, a partire dalla componente renziana che – a parte il ministro Del Rio – non ha peso sufficiente nel Governo.
Da un altro lato non si è mai visto che un partito di maggioranza relativa possa mai appoggiare una mozione di sfiducia, anche se individuale, dell’opposizione: è galateo istituzionale, ABC della politica, non giochi di palazzo, come questi stolti neofiti pentastellati hanno sostenuto in aula. Se l’assemblea PD avesse deciso che Cancellieri avrebbe dovuto dimettersi e questa non l’avrebbe fatto di sua sponte, avrebbero presentato loro la mozione, a partire soprattutto dal drappello di deputati e senatori che si rifanno al futuro segretario del PD, Matteo Renzi, che – a dispetto di ogni parola che pronuncia in tutti i salotti televisivi (stamattina a Uno Mattina, ieri sera a La Gabbia) nei quali viene invitato – è impegnato nell’unica gara che gli interessa, contro Enrico Letta.
Avremo modo di ragionare in futuro – a partire da quel 9 dicembre che il sindaco Renzi spaccia come data di un nuovo inizio – sul perché la proposta politica di Renzi la trovo debolissima (siamo rimasti pochissimi lo so!) e sul perché trovo irritante l’atteggiamento del futuro segretario nei confronti del suo partito. Per adesso sento soltanto una grande puzza di bruciato ma non riesco a capire se ciò che brucia sia arrosto o il solito fumo di distrazione.