Ragione di Stato

 In POLITICA

Vittorio Zucconi, in una puntata recente di Otto e mezzo, ospite di Lilli Gruber insieme a Beppe Severgnini, ha dato la notizia che fra quattro anni si apriranno gli archivi segreti statunitensi e – forse – qualcosa in più del delitto Kennedy, del quale ricorre in questo fine settimana il cinquantesimo anniversario, si potrà sapere.

Raccontano cronache e indiscrezioni del tempo che Lyndon Johnson, successore di Kennedy e che si trovò a giurare con accanto la bara di Jack sull’Air Force One, insieme con l’attonito staff della Casa Bianca, proibì l’autopsia sul corpo del Presidente assassinato, temendo che dietro i colpi di Oswald si celassero i cubani. In piena guerra fredda, se ci fossero stati i cubani dietro l’assassinio di John F. Kennedy, sarebbe scoppiata sicuramente la terza guerra mondiale, guerra che sia a Washington che a Mosca minacciavano senza mai volerla, sapendo che sarebbe stata a suon di testate nucleari.

La ragione di stato che comportò la segretazione di quegli atti fu nobile, tesa a evitare una guerra.

Ecco noi speriamo che dopo i decenni previsti in Italia per il disvelamento dei segreti di stato non si trovi nessun documento, nessun foglio, dispaccio o appunto, che ci possa raccontare quali patti e quali accordi ci siano sia tra i partiti della maggioranza che sostiene il governo che all’interno dello stesso Partito Democratico.

Perché un conto è la ragione di stato per salvare il mondo e l’umanità, un altro è se la invochiamo per evitare un rimpasto di governo, che persino un bambino delle elementari avrebbe compreso e atteso come necessario per rimuovere il macigno mediatico del caso Cancellieri e delle due scissioni di maggioranza nei partiti di Berlusconi e di Monti.

Se la maggioranza – come sostiene Letta – adesso è più coesa, com’è che temono un riassetto della compagine governativa?

Ma la risposta è semplice: mentre a Dallas cinquanta anni fa la tragedia era serissima, da noi siamo alle comiche, alla farsa di un paese bloccato da tre gruppi elettorali e politici, usciti praticamente appaiati dalle urne di febbraio, che non soltanto non si fidano l’un l’altro, come è ovvio, ma che hanno come fine ultimo della lotta politica la distruzione dell’avversario ancor di più, o forse solo questo, del progresso civile e morale del Paese.

Recommended Posts
CONTATTAMI

Per qualunque informazione scrivimi e ti risponderò al più presto possibile.

Not readable? Change text. captcha txt
0
VINCENZOPISTORIO.COM