La Giovine Italia

 In POLITICA

Voi vi immaginate Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Camillo Cavour, Vittorio Emanuele II, che si fanno uno scopone scientifico con un occhio verso il basso, verso la loro Patria, e si trovano – in una delle più belle piazzette di Roma, San Lorenzo in Lucina, in una serata fredda di novembre, dei giovanotti – incredibilmente incravattati e impinguinati in maniera totalmente innaturale per la loro età – ritrovarsi nel nome di un pregiudicato e farsi appellare con il nomignolo di giovani falchi o di falchetti?

Riuscite a pensare come sia possibile che questi ragazzi ventenni, nati quindi pensando che esista soltanto Silvio Berlusconi come attore principale di questo show, arrivino a dire che ci vuole un rinnovamento e per questo si stanno impegnando in politica, salvo poi scegliere di stare dalla parte del protagonista di questi ultimi venti anni?

Possibile – mi chiedo – che giovani nati dopo la caduta del muro di Berlino, che sono andati a scuola negli anni duemila, che sono di fatto dei nativi digitali, possano pensare che il rinnovamento della loro parte politica parta da un vecchio farabutto che non era nemmeno a conoscenza di cosa fosse Google, tanto da chiamarlo Gogòl?

Ecco pensate i padri della nostra Patria unitaria e potrete scorgere – sotto il severo baffo del Mazzini – una smorfia del tipo: “ma chi me l’ha fatto fare?“.

 

 

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