Dove eravamo rimasti

 In POLITICA

Sto chiedendomi da ieri sera, da quando il blog è tornato on line, se mi fossi perso qualcosa, qualche notizia, veramente inaspettata.

Dunque vediamo un po’. L’Europa si ritrova finalmente unita. Non per una lotta ancora più forte alla recessione oppure per una maggiore integrazione dei popoli che ci possa finalmente condurre agli Stati Uniti d’Europa, ultimo e unico baluardo di salvezza prima di venire schiacciati dai tre blocchi continentali che arriveranno nei prossimi decenni.

No, l’Unione Europea si scopre unita nella protesta contro l’Amministrazione Obama e gli Stati Uniti riguardo alle intercettazioni ad opera della National Security Agency. Surreale dibattito, come se di là del Pond ci fossero i cattivi e di qua i buoni! Suvvia! Ma dov’erano questi stessi uomini politici, in special modo la Cancelliera tedesca, nel 2002 quando Giorgino Bush inventò il super mega spionaggio in cambio di protezione? Era capo dell’opposizione e tre anni dopo sarebbe diventata la prima Cancelliera della Repubblica Federale Tedesca.

Veramente ci vogliamo bere la balla che gli americani ci spiano perché sono cattivi mentre noi abbiamo dei servizi di intelligence buoni?

In realtà di fronte agli attacchi dell’11 settembre, dopo i quali abbiamo barattato la percezione di sicurezza e di protezione maggiore con fette sempre più consistenti della nostra privacy, l’Unione Europea avrebbe dovuto reagire a quegli attacchi unendosi sempre di più, perché era fin troppo evidente che soltanto nazioni-continenti avrebbe avuto i mezzi economici per stare al mondo nel secolo in corso.

Per carità, spiacevolissima storia questa della privacy violata, dei governi violati e via discorrendo: temo tuttavia che sia molto tardi per tornare indietro nel tempo. Qui non si tratta soltanto delle telefonate (sai che spasso a sentire le mie conversazioni telefoniche!), ma di tutta una vita “sociale” che ormai abbiamo in rete, anche coloro che sono restii a farsi un profilo Facebook, Twitter, Google, …

O forse pensate che il solo fatto di avere una e-mail, delle coordinate bancarie, delle carte di credito, una casella di posta elettronica certificata, un’iscrizione ad un ordine professionale, non sia già un aver ceduto dati a qualcun altro?

La vicenda americana però ci ha insegnato – se ci fosse stato ancora bisogno (per me francamente no!) – che il mito della democrazia diretta, delle elezioni via internet, delle discussioni sul ruolo della rete nella politica, non può certo sfociare in elezioni dove sia possibile controllare i server. Anche io sono rimasto affascinato dalle elezioni estoni, ma francamente continuo e di molto a preferire la vecchia scheda del Poligrafico dello Stato e la matita copiativa (senza leccarla però, come hanno fatto molti entusiasti elettori avversi alla casta!).

Di altro che abbiamo avuto? Ah sì, Berlusconi rinviato a giudizio! Sai che novità, vero? Un altro processo per il quasi ex-Cavaliere! Certo che anche a seguirlo nel suo delirio contro la persecuzione giudiziaria non ce la si fa!

È di venerdì sera la notizia che ha sospeso il PDL e sta riflettendo di candidare la primogenita Marina. Negli altri schieramenti Beppe Grillo tuona contro il Presidente della Repubblica chiedendone la messa in stato d’accusa, nonostante abbia avuto qualche problemino con l’articolo 90 della Costituzione (pensava che l’impeachment lo dovesse chiedere attraverso i legali del Movimento, ma si sa i pentastellati non hanno fatto in tempo a leggerla la Carta). Il Capo dello Stato cerca di far accelerare il Parlamento per rimuovere il Porcellum, ma Grillo e i suoi taleban ovviamente non vogliono: in momenti come questo la legge elettorale che abbiamo è fantastica!

Nel PD, in attesa di vedere se il partito tiene sul voto per la decadenza di B., il Congresso e le primarie sono ormai alle porte: il vincitore designato Matteo Renzi ha fatto la sua tre giorni alla Leopolda, ha chiuso stamattina con un discorso fatto di molti fumo e pochissimo arrosto (almeno per me). Ho la sensazione che con questo voler inseguire i voti del PDL stia cercando di promettere mari e monti, contando sul fatto che l’elettorato fedele al Partito poi risponderà comunque, come ha sempre fatto. Fossi in lui starei più attento: capisco e ha ragione che bisogna riconquistare i delusi, ma lo si dovrebbe fare disegnando un modello di società diverso, non pensionando i valori della sinistra: capisco che un posto di lavoro sia importante ma anche i diritti collegati a quel posto lo sono! Soprattutto perché un lavoro senza diritti è carità e per quella la destra (storicamente, non quella berlusconiana!) è maestra. Per Renzi l’imprenditore è un eroe perché crea posti di lavoro: beh in questo momento forse gli eroi sono anche quei lavoratori che mandano avanti le imprese di quell’imprenditore eroe, spesso senza molte tutele e con una perdita costante del potere d’acquisto. Insomma mi sa che sul lavoro non andiamo molto d’accordo.

Continua a parlare di legge elettorale per i sindaci senza chiarire a cosa si riferisca: ballottaggio di collegio o di lista nazionale? Non è una cosa di poco conto: il secondo tipo non credo sia così costituzionale. Poi qualcuno dovrebbe spiegare al sindaco che nemmeno la legge elettorale maggioritaria uninominale a turno unico garantisce la governabilità. Basta che telefoni a David Cameron e si faccia spiegare perché ha dovuto fare un governo di coalizione con Nick Glegg. D’altronde parla l’inglese, ha messo nel suo pantheon Clinton, Obama e Blair: insomma potrebbe anche farsi spiegare qualcosa da chi sta sperimentando una coalizione in un paese bipartitico.

Tuttavia, pur comprendendo il naturale fastidio per le larghe intese, sottoscrivo in pieno Eugenio Scalfari oggi su Repubblica: servono due poli, uno di destra e uno di sinistra, che siano entrambi europei, democratici e repubblicani. E che nel caso le elezioni dessero risultati strani non considerino una bestemmia dover negoziare con gli avversari, cosa che per esempio accade anche negli Stati Uniti d’America (che hanno persino rischiato il default, dopo la chiusura dei servizi federali non essenziali). La deberlusconizzazione del Paese deve essere fatta anche a sinistra, però non soltanto a parole ma con i fatti. E sostituire il populismo di Berlusconi con un altro non è certamente la soluzione. Avete potuto certamente capire che non mi convince affatto Matteo Renzi né come segretario del PD né come futuro Premier. Se si vota il prossimo anno ne vedremo delle belle: fra Marina, Beppe e Matteo vincerà chi le sparerà più grosse!

Che altro rimane? La scorsa settimana c’è stata la manifestazione antagonista per le strade di Roma e l’accampamento a Porta Pia: originariamente doveva essere una manifestazione No-Tav, poi le infiltrazioni dei violenti hanno saggiamente consigliato il comitato che avversa la Torino-Lione a non partecipare all’evento. Tuttavia in un quotidiano – credo ieri – facevano il parallelo fra la Torino-Lione e il tunnel AV del Gottardo, in Svizzera, realizzato con il consenso delle comunità locali e degli ambientalisti. Mi ha colpito quell’articolo non per il consenso ma perché nel grafico che accompagnava il pezzo si parlava anche di trasporto passeggeri. Ora nonostante qualche tempo fa mi ero ripromesso di studiare e riflettere sull’argomento (ringrazio con colpevole ritardo Antonio e Luca che hanno partecipato nei commenti) mi era sembrato di capire, leggendo e ascoltando Marco Travaglio, che su quella linea non avrebbero dovuto passare treni passeggeri ma soltanto merci, tanto che il vice direttore del Fatto ha sempre deriso questa ossessione europea, francese e italiana di far passare ad alta velocità le merci! Ma come? Il buon Marco ha detto una bugia, lui che scrive sul giornale che “dice sempre la verità”? Indagheremo …

Non so cos’altro mi sia perso: ah, già, oggi è tornata la ora solare e voi avete dormito o almeno avete potuto riposare le meningi un’ora in più.

Voi.

 

 

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