Utopia
Rivedo questa clip da Servizio Pubblico di ieri (ormai non lo guardo più perché a una certa età bisogna cominciare a rimuovere le componenti di stress mentale per evitare ischemie varie …) e sorrido guardando Vauro.
Lo comprendo Vauro: ha una sua visione straordinariamente utopica, spesso semplicistica e poco aderente alla realtà. Ma ha passione, crede veramente che se l’Occidente, la Nato, decidesse unilateralmente di disarmarsi, nelle regioni dove è intervenuto fioriranno margherite persino nel deserto e il sole splenderà più forte.
Lo ammiro, come ammiro Gino Strada per questo pacifismo forte e risoluto: perché è fatto di passione civile, di voglia di prendersi carico dei mali che affliggono al mondo, dei diseredati, degli umili, degli ultimi.
Poi però bisogna fare i conti con la realtà che non è quasi mai come vorremmo.
Possiamo forse ritenere che in Kosovo non si dovesse intervenire militarmente, ma né Vauro né altri hanno mai spiegato come fare affinché Milosevic la smettesse di sterminare un popolo.
È vero, le nostre truppe sono da molti anni impegnate all’estero: c’era Pertini quando andammo in Libano (prima missione italiana dopo la II guerra mondiale) e ancora siamo lì. Ma qual è l’alternativa, se gli stessi cosiddetti pacifisti (odio questa espressione, sembra che se uno non la pensa come Strada o Vauro vuole la guerra!) non ne propongono mai una?
Si dirà, ma mica servono gli F35!
Certo: ma rimane sempre la domanda che posi qualche tempo fa. Se abbiamo un’aviazione militare, la dobbiamo dotare di mezzi oppure no? Potremmo paradossalmente persino pensare di disarmarci, non avere Forze Armate di Difesa, come per esempio il Costarica.
Ma è un’ipotesi realistica? Sicuri che servirebbe?
Francamente ascoltando la risposta del ministro della Difesa, che tutto si può dire fuorché un guerrafondaio, non riesco a non dare ragione a Mario Mauro, perché le suggestioni sono sempre belle ma come spesso accade svaniscono di fronte alle tragedie.
Continuiamo a pretendere giustamente che l’Europa si faccia carico del problema dell’immigrazione disperata (dobbiamo ancora chiamarla clandestina?) e pretendiamo che sia la Marina ad occuparsene. Però come fa osservare il ministro non possono servire le motovedette della Guardia Costiera, servono le navi da guerra.
Allora bisognerebbe mettersi d’accordo: gli armamenti militari servono al nostro Paese oppure no?
Se è vero che gli attuali caccia dell’AM devono essere sostituiti dobbiamo sostituirli oppure ne facciamo a meno?
Nella stessa clip vedete il furbo Travaglio spostare il problema verso la bontà dell’acquisto degli F35, dati i problemi sollevati dal Pentagono. Furbo, perché sa che i suoi amici a cinque stelle e lo stesso Vauro ne fanno invece un discorso pacifista, non di approvvigionamento, che poi sarebbe una maniera corretta di affrontare l’acquisto, dato che nei grossi appalti militari c’è sempre una strana puzza (in ogni parte del mondo, si badi bene, non soltanto da noi!).
Non poteva mancare oggi il commento del Narciso del Fatto Quotidiano per eccellenza, Andrea Scanzi.
A parte il discorso di Alessandra Moretti che non ho ascoltato, ma possibile che deve strumentalmente mettere in bocca al ministro delle cose che palesemente erano puramente esemplificative?
Ho la sensazione che il combinato disposto delle televisioni commerciali, venti anni di berlusconismo, i social network e un ego smisurato abbiano nel nostro Paese prodotto tanti di quei danni che non basterà un’intera generazione per ripararli, sempre che i nostro posteri ci riescano.
Perché si ha come la sensazione che questa sia la strada che ormai abbiamo intrapreso, spacciandola persino per informazione e per giornalismo.