Educazione primaria
Una mia amica ieri mi ha mostrato un bel libro.
Era un sussidiario di educazione costituzionale e civica adottato nella classe di suo figlio in una scuola primaria della Capitale.
Un libro ben fatto, con i primi dodici articoli (i Principi Fondamentali della Repubblica) ben spiegati e soprattutto ben motivati, considerando la giovane platea alla quale era destinato il testo e che saranno i cittadini e gli elettori del futuro.
Che poi se lo ripassassero anche alcuni dei neo parlamentari, che si sono arrampicati sui tetti per difendere l’articolo 138 della Carta stessa, senza probabilmente aver capito una mazza di come veniva temporaneamente emendato, allora forse ne trarrebbero certamente qualche beneficio.
Quanto meno capirebbero un po’ di più perché la nostra Costituzione garantisce persino a loro la libertà di sproloquio, del quale sono incredibili maestri, come negli ultimi giorni stiamo ahimè sperimentando con le inutili e sterili polemiche sulla Presidente della Camera Boldrini, i continui attacchi al Colle senza nemmeno avere le palle per incriminare Napolitano (sempre come previsto dalla Costituzione che non hanno letto) e le loro minchiate cosmiche sul debito da rinegoziare, senza peraltro avvertire non tanto gli investitori stranieri (sti cazzi degli altri, no?) ma soprattutto i nostri risparmiatori, la famosa vecchietta con 10.000 euro di BOT che per ragion di stato Grillo e i suoi vorrebbero perdesse la metà dell’investimento.
Sono comunque certo che i bambini che durante questo anno scolastico studieranno su quel libro riusciranno a capirlo a dovere e saranno in futuro migliori cittadini di quelli che oggi si sono appropriati persino di tale termine (cittadini), rendendolo inevitabilmente di parte come qualcun altro ci aveva strozzato in gola (e lo ha rifatto) il grido che ciascuno di noi urlava di fronte alla Nazionale di Calcio.
