La pazienza e il suo limite

 In POLITICA

Non so se Enrico Letta si sia reso conto dell’enorme responsabilità che ricade sulle sue spalle e sul suo partito dopo che i due partiti fascisti, quello che fa capo a Berlusconi e quello guidato da Beppe Grillo, hanno deciso di giocare al massacro, alla distruzione del tempio, per puro proprio tornaconto. Al di là del discorso di ieri sera, retorico, stantio, vecchio e triste, l’attacco di Silvio Berlusconi alla magistratura è sì un qualcosa di vecchio ma che stavolta comporta che chi rischia di pagarne il prezzo più alto sia proprio il PD, che è alleato di governo: che sia per un governo di necessità, servizio o come diavolo lo vogliano chiamare, poco importa. Sempre alleato è.

Letta, Renzi, Epifani e il PD non dovrebbero sottovalutare l’effetto mediatico di questo discorso non soltanto sul popolo di Berlusconi, ma soprattutto sul proprio – di popolo – in preda a forti mal di pancia e ormai disgustati dal dover – per senso di responsabilità – sopportare l’insopportabile.

In maniera analoga, Letta e i suoi amici di partito non dovrebbero prendere sottogamba l’incredibile intervista rilasciata da Beppe Grillo a Die Zeit, nella quale viene fuori – in tutta la sua forza – il messaggio fondamentalmente fascista di questo movimento, che non ha nulla a che vedere con né con una destra conservatrice europea né con una sinistra europea, riformista ed entrambe rispettose dei reciproci avversari.

L’ennesima vergognosa ricostruzione degli eventi di marzo, pretendendo adesso il rispetto da Bersani che non ha mai voluto riconoscergli (peraltro in nome del rispetto verso gli elettori del Movimento Cinque Stelle, quando noi elettori del PD e di sinistra siamo stati persino additati di essere collusi con un sistema definito mafioso), chiamandolo Gargamella e umiliandolo in continuazione; la pretesa di voler sfruttare la legge elettorale per poi cambiarla sulla fiducia; le idee folli e francamente pericolosissime sull’Europa e sulla moneta unica, frutto di un’ignoranza vergognosa che fa leva sull’enorme amnesia del popolo italiano, ancora una volta sfruttata da un abile truffatore; ecco tutto ciò chiarisce una volta per tutte – se mai ce ne fosse stato ancora bisogno – che è impossibile un governo organico con il Movimento Cinque Stelle ma è altrettanto impossibile continuare a stare in un’alleanza di governo con un pregiudicato, che non accetta la condanna, che istiga a delinquere e che considera la sinistra come la principale forza responsabile del complotto ordito per ottenere la via giudiziaria al socialismo.

Di fronte ai fascismi, di fronte alle irresponsabilità di questi due populismi, diversi sì ma schifosamente e ugualmente pericolosi, il Partito Democratico, sia che venga guidato da Letta, Renzi, Civati, Barca, Cuperlo, Pittella o Epifani, ha il dovere di proporre una legge elettorale che restituisca ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti e assicuri governabilità soltanto a fronte di un risultato ragionevolmente serio.

Lo proponga in Parlamento con chi ci sta. Dubito che in Senato non si riescano a trovare i voti per cambiare la legge elettorale.

Non si può più giocare né con la pazienza degli elettori, che ormai ha raggiunto il limite invalicabile, né con l’intelligenza di chi si sforza di andare avanti ogni santo giorno, sperando e scommettendo su questo Paese, in primis lavoratori e imprese.

È ormai necessario lasciare i fascisti come Berlusconi e Grillo al loro destino, cercando di conquistare gli elettori sì delusi dal centrosinistra, ma sicuramente non disposti ad affidarsi al vecchio e al nuovo fascio, tanto da preferire la diserzione delle urne.

Ciò dovrebbe essere – in questa fase storica del nostro Paese – il principale dovere di un partito di centrosinistra responsabile.

E poiché il PD è l’unico partito non padronale, non fascista e persino troppo democratico al proprio interno, ha la principale responsabilità di porre i limiti oltre i quali la sopportazione del sistema democratico, all’attacco vergognoso alle istituzioni da parte di questi due ducetti, non sia più consentita.

p.s. Le parole di Beppe Grillo su Laura Boldrini e su Giorgio Napolitano sono semplicemente schifose e in un sistema democratico, in un Paese serio, non dovrebbe essere consentito che il pregiudicato per diffamazione Beppe Grillo continui a offendere le massime autorità dello Stato, senza che membri del suo stesso movimento non ne prendano le distanze. Se i deputati e i senatori non partecipano alla vita parlamentare come dovrebbero, forse anziché salire sui tetti e piangere sul blog del loro padrone, farebbero bene a interrogarsi se sia un bene che siano guidati da un diffamatore seriale oppure se non sia il caso di costruire un meccanismo democratico per la leadership. Insomma devono scegliere se vogliono essere fascisti, seguaci del loro Duce, o democratici e darsi un’organizzazione rispettosa dell’ordinamento dello Stato Repubblicano.

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