Letto, Confermato e Sottoscritto
Se potessi firmerei e controfirmerei due volte, come si fa con le clausole vessatorie dei contratti, l’articolo di Ernesto Assante sui due nuovi prodotti Apple che arriveranno nei prossimi mesi nel mercato.
Sicuramente i fanatici della tecnologia storceranno – come al solito – il naso: è un sistema blindato, non posso cambiare la batteria, non è espandibile.
Ancora una volta Apple fa spallucce: non è interessata a inseguire il mercato, Cupertino il mercato lo crea.
Come scrive Assante, Apple non è la Fiat dell’IT. Apple è la Ferrari e non è interessata al low cost, che a Wall Street attendevano per l’assalto ai mercati emergenti, semplicemente perché quello non è il mercato di Apple.
Poi naturalmente l’innovazione c’è: un sistema operativo mobile a 64 bit credo sia la prima volta che si vede su una macchina.
Ma quello che ancora una volta la Mela ci tiene a fare sapere è che per lei il paradigma solo tecnologico non esiste: gli oggetti devono essere opere d’arte di design e la tecnologia si deve sposare con questo concetto.
Poi probabilmente Samsung, Nokia/Microsoft, Google, partoriranno persino sistemi più flessibili e più aperti, in grado di eccitare le più fervide fantasie degli informatici.
Apple non insegue questo mercato, non è interessata. Ha un altro target e continua a soddisfarlo.
p.s. non ho per ora nessuna intenzione di acquistare né iPhone 5C né iPhone 5S, giusto per chiarire. È la filosofia che sposo: l’industria informatica deve uscire dal ghetto nella quale si è ficcata, sentendosi figlia di un dio minore. Così come l’industria pesante anche quella informatica può partorire prodotti belli e di classe. A ognuno la propria missione.