Rivoluzione copernicana
Come sicuramente molti sapranno, noi abbonati al quotidiano la Repubblica, abbiamo avuto stamattina la graditissima sorpresa di non fare colazione leggendo le cronache da Sant’Ivo alla Sapienza, sulla soap opera del momento, la decadenza di Silvio, e ci siamo trovati – sparata in prima pagina e per le successive tre – la lettera di Francesco a Eugenio Scalfari, prima volta che un Papa scrive a un giornale, per giunta laico e fondato da un non credente.
Chi ha letto la lettera integrale e si è soffermato un attimo sul rapporto fra credenti e non credenti, sintetizzato efficacemente nell’immagine del globalpost qui accanto, avrà fatto un salto sulla sedia. Nel mio caso ero in autobus e ho persino dimenticato l’ombrello per quanto ero sorpreso di quello che stavo leggendo!
Non tanto perché un Papa scrivesse a Scalfari: insomma il fondatore di Repubblica è una delle menti del nostro Paese e soltanto qualche cretino giornalista di destra può pensare di catalogarlo schematicamente come spesso fanno Libero e Giornale.
In realtà quello che mi colpiva era l’affermazione del Pontefice sulla salvezza del non credente: qualche anno fa conoscevo una persona molto devota a Santa Romana Chiesa, alla sua dottrina, alle sue affermazioni, sia dogmatiche che consuetudinarie.
Con questa persona dibattevo spesso perché io – da credente “laico” – pensavo fosse riduttivo pensare che dall’alto della Sua Misericordia il Padreterno avesse deciso di salvarne alcuni a scapito di molti e che forse c’erano molti più “cristiani” tra i non credenti (cosa che continuo a pensare specialmente guardando la politica!) che tra i cattolici praticanti.
Oggi Papa Francesco mi ha fatto un immenso dono: ha confermato con tutta la forza del suo ruolo (insomma lui è er Papa, come diciamo qui a Roma che l’abbiamo come Vescovo! mentre io non sono noto neppure al salumiere sotto casa) quello che con tanti sforzi cerchiamo di far capire a coloro che confondono il loro credo con una verità che debba valere per tutti.
L’umanizzazione della fede che ha fatto il Pontefice con questa lettera è veramente di portata storica per la Chiesa Cattolica e per il nostro Paese nel quale l’influenza della Conferenza Episcopale Italiana è stata eccessiva negli anni di Ruini.
E per chi crede nella salvezza dovrebbe essere consolante leggere che tutti coloro che rispondono alla propria coscienza hanno accesso al perdono di Dio.
L’aver pensato che Dio fosse “nostro“, di “una parte“, è stato nel passato tra le peggiori cause di ingiustizie e di guerre su questo nostro pianeta.