In buona sostanza

 In POLITICA

Trovo assurdo che da qualche settimana le sorti di uno dei maggiori paesi industrializzati del pianeta e che fino a qualche tempo fa era il vero malato d’Europa, siano come legate inesorabilmente all’applicazione – retroattiva o meno che sia – di una legge del proprio Ordinamento, come se fosse questo il problema o se questo modificasse o meno la sostanza.

Perché che sia o non sia retroattiva la Legge Severino, se Silvio Berlusconi debba decadere automaticamente in forza di essa o debba aspettare il ricalcolo dell’interdizione dai pubblici uffici della Corte di Appello di Milano, poco importa. Che un’eventuale grazia del Capo dello Stato possa far cessare l’interdizione, o che la pena venga commutata in ammenda, non cambia di una virgola la sostanza politica e cioè che l’esponente più controverso degli ultimi venti anni, quattro volte Presidente del Consiglio dei Ministri, già Presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea nel 2003, tre volte Presidente dei vertici del G7/G8 a Napoli, Genova e L’Aquila, abbia commesso dei reati persino durante il suo ruolo istituzionale di Capo del Governo e sia stato condannato a quattro anni di reclusione per aver frodato il Fisco, cioè lo stesso popolo, la stessa nazione, la stessa Costituzione e le stessi Leggi che per ben quattro volte, nelle mani di Scalfaro, Ciampi e Napolitano aveva giurato fedeltà e lealtà.

A prescindere dall’entità della pena, se la sconterà o meno, se andrà in galera o ai domiciliari, se verrà interdetto o meno, il solo fatto di aver compiuto reati così gravi contro la Pubblica Amministrazione dovrebbe rendere immediato – da parte del suo stesso partito – il congedo con disonore dalla Cosa Pubblica.

E la cosa più stupefacente è che ci sono personalità di area moderata che ancora straparlano di pacificazione fra Politica e Magistratura, come se Silvio Berlusconi rappresentasse tutta la Politica mentre invece è semplicemente un individuo che ha commesso un reato personale che di politico non ha proprio nulla.

Non si tratta di tangenti per finanziamento occulto ai partiti, come avveniva venti anni fa durante Tangentopoli.

Qui non c’entra per niente la Politica, le campagne elettorali e le vite e il costo dei partiti.

La distrazione di fondi neri – da che mondo è mondo – serve soltanto a finanziare attività illecite quali ad esempio la corruzione di funzionari pubblici, come peraltro ampiamente dimostrato sia avvenuto – sempre ad opera dello stesso personaggio – nella compravendita delle sentenze SME e Lodo Mondadori, sentenze che hanno giudicato colpevoli gli esecutori materiali delle compravendite ma che hanno visto prescritto il reato del loro mandante grazie al sapiente utilizzo del combinato disposto di mezzi di danaro esorbitanti e leggi ad personam.

Si denigrano i magistrati, li si definiscono “funzionari pubblici vincitori di un concorso dopo la compilazione di un temino” e si invoca la giuria popolare, il popolo sovrano, come se non fosse chiaro anche ad un cieco che l’enorme massa di danaro accumulata dai Berlusconi sarebbe in grado di spostare le giurie popolare e il giudizio del popolo sovrano, a piacimento del sovrano e padrone.

Eppure è vero ciò che molti osservatori dicono di questi tempi e cioè che non si può archiviare Berlusconi attraverso una sentenza: è verissimo, dovrebbero essere proprio i suoi e quei milioni di elettori che ancora lo votano, a prendere atto di aver affidato il proprio voto e le sorti del proprio paese ad un delinquente abituale, uno che si è già beccato una forte condanna definitiva e due altre condanne in Primo Grado, per non parlare degli altri innumerevoli procedimenti che si sono conclusi grazie all’intervento legislativo della sua maggioranza, un uomo palesemente indegno di rappresentare senza vincolo di mandato il popolo italiano (quindi anche me che non l’ho votato mai, a differenza ad esempio dei due ultimi giustizieri dei partiti).

Purtroppo – anche grazie alla legge elettorale vigente, che ha fatto sì che gli otto milioni di voti li abbia presi di fatto Berlusconi stesso – nessuno nel suo partito è in grado di dire una semplice parolina: “Basta!, Basta con questa leadership, basta con questa politica. Hai sbagliato, adesso paghi. Grazie di tutto, siamo grandi, camminiamo con le nostre gambe!“. Ma ciò non avverrà perché in realtà ad essere marcio non è soltanto un sistema, una politica, uno schieramento.

Ad essere putrefatta è una società intera che a fronte di eventi così gravi, quello di fottere la comunità, reagisce facendo spallucce e passandoci sopra, perché si sa così fan tutti.

D’altronde persino i due giustizieri dei partiti, freschi freschi di successo elettorale invernale e di sconfitta volontaria primaverile (così disse Gianroberto!), hanno creduto – all’inizio dell’avventura del Cavaliere – alla favola del self-made man (uno lo votò, l’altro si candidò persino con Forza Italia).

Vuoi che la maggioranza degli italiani non siano così boccaloni da credere alla persecuzione giudiziaria ai danni dell’uomo più buono del mondo?

Perché nel voto sulla decadenza di un parlamentare giudicato colpevole di un grave reato, che in qualunque altra democrazia nemmeno avverrebbe perché i suoi lo avrebbero da tempo obbligato alle dimissioni e se ne guarderebbero bene dal prenderci persino un caffè, c’è in realtà il giudizio su un’intera generazione della nostra società, ancora immatura e ancora alle prese con la discesa in campo di un Salvatore che li possa assolvere da ogni nefandezza che compiamo in nome del così fan tutti.

 

p.s. In questo momento Beppe Grillo chiede elezioni anticipate e le dimissioni di Napolitano, tanto per far capire che il Porcellum – tanto aborrito in campagna elettorale dal comico portavoce genovese – non è poi malaccio adesso, perché dalla lotteria delle urne hai visto mai che la cinquina vincente possa stavolta uscire sulla ruota di Sant’Ilario che in sol colpo potrebbe prendere Governo e Presidenza del Consiglio UE (cit. Sacro Blog). Certo questo post e questa richiesta di elezioni arriva proprio il giorno nel quale i giornali parlano apertamente come praticabile una nuova maggioranza al Senato che per forza di cose dovrà passare per una certa consistente defezione di senatori pentastellati. Che forse tutta questa voglia di passare la mano non ce l’hanno e un po’ dello sfascismo del neofascista si sono rotti le scatole.

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