Il “Dramma” Quotidiano
Drammatica riunione ieri sera nella redazione del Grillo Quotidiano a via Valadier, a Roma.
Non appena le agenzie hanno cominciato a battere la notizia che Enrico Letta avesse persino alzato la voce con Angelino Alfano, respingendo il ricatto contro il Governo, in redazione è cominciato il panico: “e mo’ che cacchio scriviamo domani in prima pagina?“, si chiedevano sgomenti redattori, giornalisti, editorialisti e vice direttori.
Comprensibile l’agitazione che ha scosso l’intera notte (pare vero, chiudono presto) nel principale house organ grillino: “vuoi vedere che l’equazione PD=PDL non ammette soluzioni?“, faceva notare qualche redattore con una buona memoria di matematica di base. “Ma scusate” – interveniva una stagista volontaria movimentista adorantista – “ma Napolitano non aveva salvato il culo a Berlusconi? L’aveva scritto Grillo sul Blog e poi non avevamo già contestato il supermonito presidenziale di Ferragosto?“.
Già, il Presidente Napolitano.
“Che facciamo?” – chiede allora un passante a Travaglio (dopo la redazione aperta in videoconferenza ai sostenitori stanno sperimentando quella a finestre spalancate che con l’aria friccicarella di Roma non è male) – “Attacchiamo anche oggi il Quirinale perché non fa un monito vaffanculista, così da rendere chiaro il cambiamento di linguaggio, altro che richiamo a Costituzione, Leggi, Procedure e Prassi? L’ha detto anche Grillo che la Costituzione va cambiata, prima di schierarsi a sua difesa“.
Padellaro e Travaglio si guardano perplessi.
“C’è da chiudere il giornale” – borbottano – “domani se continua così non vendiamo nemmeno una copia in più e quasi rischiamo di dover chiedere dei finanziamenti pubblici, specialmente ora che l’editore ha rotto con Casaleggio“.
“Intanto abbiamo l’intervista della Borromeo alla Santanchè” – chiosa un capo servizio – “mi sembra che comunque un po’ di pressione al PD la mettiamo“. “Sì, hai ragione” – osserva Andrea Scanzi, tra un tweet e una pettinatura alla specchio magico di Biancaneve – “però non abbiamo nulla da dire sul Colle. I lettori vogliono questo, un po’ di sangue che dal Colle scende giù giù fino alla Fontana di Trevi“, drammatizza l’erede di Gaber (al Fatto – si sa – sono tutti eredi: di Biagi, di Montanelli e di Gaber. Tutti morti, naturalmente).
“Niente da fare” – commenta a malincuore Travaglio subito appoggiato da Peter Gomez – “oggi dobbiamo rischiare e chiudere l’edizione senza un attacco al Colle e al PD. Sarà un rischio per le vendite in edicola ma tanto è estate chi volete che compri un giornale come il nostro che fa venire il mal di testa all’ombra, figurarsi sotto il sole?“.
E così, dopo una drammatica riunione conclusa poi con la lettura – in religioso silenzio – del testo Prisencolinensinainciusol e brani tratti da A riveder le stelle, è uscita fuori l’edizione odierna del Fatto Quotidiano, priva di attacchi al Quirinale e al Partito Democratico, edizione in qualche modo storica perché non si ha memoria di quando ciò accadde l’ultima volta.
Forse – dopo quindici giorni di meditazione – qualcuno in redazione è riuscito a compiere correttamente l’esegesi del supermonito ferragostano di Giorgio Napolitano e ha compreso (forse, chissà!) che nessun salvacondotto è stato promesso al pregiudicato Berlusconi Silvio fu Luigi, nato a Milano il 29 settembre 1936.