Amici a Cinque Stelle
Nell’ascoltare telegiornali e approfondimenti, in questi primi giorni di rientro romano, mi sono tornati alla mente quegli amici e conoscenti che a febbraio hanno votato il Movimento di Grillo, con la speranza – in buona fede – che qualcosa potesse realmente cambiare.
Penso a tante persone che conosco, direttamente e indirettamente, credere veramente in un movimento dal basso e nella possibilità di chiudere politicamente la vicenda dolorosa e drammatica che ha un solo nome: Silvio Berlusconi. Certo erano severissimi con il centrosinistra e con il Partito Democratico, figlio delle esperienze dell’Ulivo degli anni ’90 e dell’Unione di sette anni fa. E per questa ragione anziché dare fiducia al PD e a Bersani hanno deciso di votare Grillo, spesso credendo che fosse portatore di valori di sinistra.
Penso a loro, a queste persone di sinistra, che hanno sofferto come me nel passato per una timida sinistra, sempre alla ricerca del centro e di una cultura liberale che con la sinistra si sposa come i fagioli con le cozze, e che adesso si trovano di fronte allo spettacolo indecoroso che le nostre istituzioni stanno fornendo, con un partito – quello di Berlusconi – che per salvare (comprensibilmente) il sederino flaccido del loro capo (cit. Nicole Minetti) sta dando il peggio di sé (e non era per niente semplice dopo il voto su Ruby Rubacuori!), pretendendo anziché le dimissioni del proprio capo condannato (come accadrebbe in qualunque democrazia occidentale), la sua assoluzione per via politica dopo una sentenza passata in giudicato.
Chissà cosa penseranno queste persone, uomini e donne molto spesso indignati perché desiderosi e bramosi di un mondo migliore per i propri figli e per salvaguardare realmente l’ambiente, chissà cosa penseranno dei loro rappresentanti (perché anche se adesso magari hanno abbandonato il movimento grillino, con il loro voto in inverno hanno contribuito affinché il numero di parlamentari a cinque stelle sia così elevato) che pur di conservare la loro presunta verginità chiedono – in nome di chissà quale principio e prassi costituzionale – un incarico per un monocolore pentastellato, pretendendo per loro stessi ciò che hanno arrogantemente rifiutato nel mese di marzo con lo spettacolo tragico e patetico dello streaming con Bersani (a proposito: ma la Lombardi che fine ha fatto?) e con la battaglia per Rodotà Presidente, per poi scaricarlo alla prima critica, il giurista “ottuagenario miracolato dalla rete“.
A volte mi chiedo se anche loro pensano talvolta che se la Lombardi e Crimi avessero detto a Bersani in diretta streaming “ok ti facciamo partire il Governo votandoti la fiducia soltanto al Senato, ma poi ti teniamo per le palle“, forse questo ricatto indecente del Popolo della Libertà verso l’intera Nazione nemmeno ci sarebbe stato.
Silvio Berlusconi sarebbe uscito sconfitto politicamente e non giudiziariamente, forse Romano Prodi sarebbe stato al Colle e Giorgio Napolitano a godersi il meritato riposo, e chissà magari un po’ di esperienza di appoggio esterno, senza ministri (per non contaminarsi) e con tutta la puzza sotto il naso che sono capaci sempre di sentire, sarebbe servita anche a loro.
Anche perché a sentire le loro dichiarazioni sembrano proprio loro, Grillo e i suoi Taliban, i principali sostenitori del Porcellum e del Governo delle Larghe Intese e delle Lunghissime Attese.