E si ricomincia a bloggare
Alle 6 di stamattina, con gli occhi ancora chiusi per il sonno e il cuscino in bella evidenza sul mio viso, ho preso un treno Regionale Veloce (che non vuol dire proprio nulla, collegando più regioni – proveniva da Ancona, nelle Marche, l’ho preso a Spoleto, in Umbria ed era diretto a Roma, nel Lazio – quindi semmai si trattava di un Interregionale e di veloce … lasciamo perdere per carità di patria!) e sono rientrato alla consueta routine giornaliera.
Tre settimane di vacanza se ne sono andate, gustate fino all’ultimo istante di ieri sera, con una bella passeggiatina a Montefalco, piccolo e delizioso borgo medievale, dove abbiamo cenato in una Taverna del Rione San Bartolomeo. Quest’anno per noi è stato l’anno delle sagre e delle feste medievali. Qualche giorno prima di rientrare in Continente avevamo voluto conoscere la Festa Normanna a Motta Santa Anastasia, piccolo paesino nel catanese, forse più noto perché sul suo territorio è presente la Base Aerea di Sigonella. Ho approfittato persino per fare un piccolo reportage fotografico: almeno così non mi sono sentito in colpa per il solito trasloco di materiale fotografico che mi sciroppo in giro per il mondo quando viaggio. Oltre al nostro must, la Sagra del Pesce Spada a Torre Archirafi, piccolo e accogliente borgo marinaro, a quattro passi da Riposto, abbiamo spesso preferito lo street food serale così da far svagare e sfogare la piccola, che magari seduta in ristoranti e pizzerie si sarebbe sentita un po’ ingabbiata, soprattutto perché – di questi tempi – non è una grandissima forchetta, a differenza di mamma e papà! Una volta tornati in Continente abbiamo partecipato alle feste locali di Vallo di Nera, nello Spoletino; a Rivotorto, sotto Assisi; quindi a Montefalco.
Ieri mattina invece ci siamo ripresi un po’ Spoleto: era da tanto tempo che non ci si faceva una bella passeggiata in centro. Questa volta l’ho vista con un occhio diverso, nonostante siano dieci anni che conosco mia moglie e che bazzico da quelle parti più o meno assiduamente. Ho ammirato il centro storico della cittadina medievale con l’occhio del fotoreporter, cercando di studiare come realizzare un reportage fotografico nei prossimi mesi, quando il caldo estivo lascia il posto al fresco dell’autunno umbro. Mi sono reso conto, girando per le strade della città di mia moglie, che è vero che l’Italia forse può benissimo campare di rendita ma che potenzialmente potrebbe garantire – con una vera valorizzazione del proprio patrimonio artistico, culturale, architettonico e culinario – il futuro delle generazioni a venire.
Purtroppo però il nostro Paese è popolato da noi, gli Italiani, che dall’alto della nostra presunta superiorità morale, che deriva probabilmente dall’essere stati al centro del mondo per millenni e per avere avuto la fortuna che l’Apostolo di Gesù Simon Pietro è andato a farsi martirizzare proprio nella capitale dell’Impero, non ci rendiamo conto di cosa realmente possediamo e che nessun virtual tour, nessun social network, nessuna realtà virtuale, aumentata, incentivata, con o senza gli occhiali di Google, potrà mai replicare. Ciò significa che chi vuole vedere il Colosseo, ammirare le dispute medievali, vivere l’atmosfera di un Palio, restare a bocca aperta attraversando i vicoli di Spoleto (anche per il fiatone, ammetto!), ammirare le splendide spiagge che ancora rimangono intatte nel nostro Meridione, è costretto a venire qui, nel nostro Paese.
E se diventano surreali le critiche da destra al neo sindaco di Roma Marino, che ha avuto la pretesa di non voler più considerare il Colosseo, il monumento più famoso del mondo, un immenso spartitraffico, con la scusa che i commercianti soffrirebbero quando basterebbe poco per rendersi conto di come sarebbe esattamente il contrario se soltanto il centro storico fosse pedonalizzato (il centro di Roma è un museo a cielo aperto, unico al mondo), diventa insopportabile – in una città di diversi ordini di grandezza più piccola, come Spoleto, vedere piazze e vicoli ancora preda di autoveicoli e motoveicoli quando andrebbero lasciati allo splendore che meritano.
Quello che non si riesce a comprendere è che l’inevitabile contaminazione della modernità non può e non deve avvenire a scapito del nostro patrimonio, perché questo è il pane delle future generazioni.
La foto che vedete qui accanto l’ho scattata con il mio telefono all’angolo fra il Teatro Romano e il Centro Alti Studi Medievali di Spoleto. Questo posto, Piazza della Libertà, è una delle più belle piazze della cittadina umbra; mi chiedo: quell’edicola lì è proprio necessaria? Intendo in quel punto, non voglio togliere lavoro a nessuno!
È proprio necessario che auto e moto sostino in quella piazza?
E vogliamo parlare di quest’altra piazza, Piazza del Mercato, che anche in assenza delle bancarelle – che comunque farebbero parte del mood dello stesso luogo, è zeppa di quattro e due ruote, vicoli adiacenti compresi?
Tuttavia noi italiani, famosi per il detto “Piove, Governo Ladro!”, non ci rendiamo conto che la principale responsabilità è soltanto la nostra. Inutile prendersela sempre con la certamente pessima classe dirigente e politica che ci ritroviamo, ma quanti – fra noi comuni mortali – accetterebbero drastici cambiamenti nelle nostre città d’arte per favorire lo sviluppo e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e architettonico, anche se immediatamente non si vedrebbero risultati tangibili sul fronte occupazionale?
Prendiamo ad esempio appunto Piazza del Mercato a Spoleto: quanti dei residenti del centro storico, quanti fra commercianti e ambulanti, si sobbarcherebbero la fatica quotidiana di far uscire le proprie auto da lì, anche se – ad esempio – ci fossero dei posti assegnati da qualche altra parte?
Ciò di cui non ci rendiamo conto è che a differenza di tantissimi altri paesi europei, l’Italia ha una potenzialità ancora oggi soffocata proprio per i nostri stessi egoismi. Ho cominciato questa estate trascorrendo una settimana in Provenza: ora al di là delle tante cittadine medievali, ci rendiamo conto che i provenzali hanno uno dei loro business carrier nella coltivazione, lavorazione e commercio di un fiore, la lavanda?
Con tutto il rispetto per la splendida pianta sempre di un fiore si tratta!
Ho trovato splendido il centro di Spoleto, specialmente adesso che molti palazzi hanno visto i loro restauri ultimati. Tantissimi turisti come non ne vedevo da tempo, specialmente in un periodo nel quale non c’era molta vita nel passato, a differenza delle prime settimane di luglio quando il Festival dei Due Mondi fa da traino all’economia spoletina: ecco, anziché accontentarsi, forse un’estate così piena di turisti dovrebbe servire da stimolo per fare sempre di più e meglio.
D’altronde che con la “cultura si mangi“, a differenza di quello che l’ex Ministro Tremonti sosteneva, credo che ormai sia un dato di fatto: perché allora non provare a far mangiare più persone e soprattutto i più giovani?
Torno al blog dopo questi venti giorni di ferie con tanti buoni propositi: durante l’estate mi ero ripromesso di continuare a scrivere il mio primo romanzo che ho iniziato qualche settimana fa. Ma con il caldo e il mare in effetti ho subito quello che si suole definire il “blocco dello scrittore“. Mi auguro di riprendere presto.
Ho scritto un pezzo per la rubrica Cuori allo Specchio del quotidiano torinese La Stampa e curata dal vicedirettore Massimo Gramellini. Questa estate il tema era l’amicizia e ho scritto un piccolo racconto sulla storia di due amici, ambientata ovviamente in una località immaginaria della mia Sicilia. Non è ancora stato pubblicato (c’è tempo fino a settembre): qualora non lo fosse allora lo posterò in una pagina ad hoc, dove posterò anche una serie di racconti che stanno nella mia testa e che ancora non hanno preso forma.
Nonostante negli ultimi mesi sia stato molto impegnato per star dietro alla pubblicazione del mio primo libro e abbia privilegiato molto Twitter per commentare l’attualità politica, questo blog è ancora il luogo dove mi piace maggiormente sperimentare la mia passione giornalistica.
Nel corso di questa nuova stagione ho intenzione di diversificare un po’ i post, cercando di strutturare meglio i contenuti. Certo, conoscendomi, la parte da padrone la farà il caldo autunno della politica italiana: ci mancava anche l’ex capogruppo al Senato del Movimento di Grillo, Vito Crimi, con una meravigliosa (si fa per dire!) intervista di oggi su Repubblica, nella quale pretende l’incarico per qualcuno del Movimento, o meglio indicato secondo i risultati delle Quirinarie! “Anche Romano Prodi“, afferma il pittoresco esponente grillino, senza rendersi conto di quanto di ridicolo si copra, se soltanto si fa lo sforzo di ricordare che il professore emiliano non è stato voluto al Colle dal movimento di Grillo proprio quando c’era la possibilità di votarlo (dal 4° scrutinio in poi), strumentalizzando la candidatura di Stefano Rodotà peraltro poi mollato da Grillo come ottuagenario miracolato dal web. Si sentiva un po’ la mancanza di Crimi, in effetti, quindi siamo contenti che stia sempre sul pezzo! Poi c’è il rischio (magari!) di una crisi di governo che potrebbe portare a una nuova maggioranza senza il PDL, che non sarebbe malaccio. Insomma di politica ce ne occuperemo abbastanza, considerando che ci sono anche le elezioni generali in Germania che mai come questa volta sono importantissime per l’Unione Europea.
Il mio intento è che sul blog possa trovare spazio anche il racconto delle nostre periferie, a cominciare da quelle alle quali sono più legato, Catania, Spoleto e Roma e mi servirò dei vari siti e quotidiani locali che spesso raccontano storie che a livello nazionale ovviamente nemmeno arrivano, ma che hanno sempre qualcosa da dire.
Poi c’è lo sport e il calcio: l’inizio della stagione è stato ancora una volta rovinato dai cori razzisti nella curva della Lazio che infatti è stata infatti chiusa per un turno dal giudice sportivo. Se non arriverà la solita nausea, che mi prende già alla fine di settembre, cercherò di scrivere al termine di ogni giornata di campionato un commentino – rigorosamente di parte, s’intende! – sulle 38 giornate di serie A, campionato che dovrà portare gli azzurri a giocarsi il mondiale in Brasile.
Insomma i buoni propositi ci sono tutti, quello che manca è come sempre il tempo, ma vedremo di trovarlo fra lavoro, famiglia, foto, moto, lettura e dormita!
Se vi va di seguirmi, stay tuned.