Il magone di Ferragosto
Sto risalendo, quando leggerete queste parole, di nuovo la Penisola perché le mie vacanze siciliane sono ormai giunte alla conclusione.
Come lo scorso anno mia moglie e io abbiamo deciso di viaggiare nel giorno di Ferragosto, partendo abbastanza presto, così da non incontrare eccessivo traffico e arrivare a Roma quando i miei concittadini romani sono ancora sulle spiagge o in piena pennica!
Probabilmente trascorreremo qualche giorno in Umbria prima di ricominciare – lunedì – la vita normale, o almeno quella che le convenzioni sociali ci dicono tale.
Ogni volta che torno, ogni volta che faccio il freezing del mio studio catanese, osservo il mio mare da lontano e la nostra amata montagna dall’altro. Più passa il tempo e più mi rendo conto che il magone è sempre più grande: perché siamo consci che a poco a poco le volte che ritorniamo in Sicilia cominciano a diradarsi – almeno in numero – vuoi per gli impegni lavorativi, vuoi per quelli scolastici. Chi mette al mondo dei figli sa bene che per almeno due decenni la vita è scandita secondo l’anno scolastico e non quello solare!
Ma non è soltanto questo: vedi le rughe spuntare sul viso delle persone care, capelli ingrigirsi, città cambiare aspetto.
Vieni a conoscenza di persone che scompaiono, di altre che si trasferiscono e ti viene una malinconia particolare, con l’unica voglia di voler congelare quell’ultimo istante nel quale osservi lo Stretto di Messina allontanarsi sempre di più e scomparire, dietro di noi, nello specchietto retrovisore.
Poi adesso con la nuova sede della Salerno-Reggio, zeppa di gallerie nel primo tratto da Villa in su, non abbiamo nemmeno lo strazio di osservare Cariddi salutarci fino a Bagnara Calabra: bastano poche gallerie e tutto è concluso, siamo in viaggio, si ritorna.
Sono state delle belle vacanze, piene di sole, mare, calore.
Speriamo che siano un bel viatico per ricominciare.
Questo spazio – come avrete notato – non è andato troppo in vacanza, considerando l’evento che a fine luglio abbiamo vissuto con la condanna definitiva di Silvio Berlusconi che ha – volenti o nolenti – coinvolto l’intero Paese e noi volontari e professionisti del mondo dell’informazione.
Fra un po’ ricomincia il passatempo nazionale, con la Serie A, e mi ripropongo questa stagione di seguire un po’ più da vicino il massimo campionato calcistico, con l’occhio spudoratamente di parte (incrocio le dita per la selección argentina in maglia rosso-azzurra!).
Ci ritroveremo presto con alcune novità (spero) e qualche rubrica settimanale per giocare ancora a fare il giornalista.