Un paese incompatibile con il futuro
La scorsa settimana è stata assai esemplificativa della schizofrenia italiana.
Se ne sono viste di tutti i colori, dall’ennesima figuraccia internazionale – che ovviamente non avrà nessuna conseguenza, come prontamente il ministro Bonino ha quasi rivendicato (in qualunque altro Paese titolare di Viminale e Farnesina avrebbero già rassegnato le dimissioni, all’insulto razzista del Vice Presidente del Senato Calderoli alla prima persona di colore che siede nel Consiglio dei Ministri, passando per i soliti insulti sessisti e volgari nei confronti di Mara Carfagna che continua a pagare sulla sua pelle il fatto di essere una donna bellissima purtroppo per lei berlusconiana.
In mezzo c’è stata la proposta di legge di Mucchetti sulla trasformazione dell’ineleggibilità dei concessionari pubblici in incompatibilità, nel quadro di una legislazione sul conflitto di interessi. Su questo disegno di legge del senatore democratico, già vice direttore del Corriere, si è sollevato un autentico fiume di reazioni, da PDL e Movimento Cinque Stelle, che dava la cifra della follia tutta italiana attorno alle vicende berlusconiane e al suo conflitto di interessi (Beppe Grillo e i suoi dovrebbero leggere meglio le notizie che apprendono in rete. Spesso prendono cantonate ciclopiche!).
L’ha spiegato lo stesso giornalista e politico: la legge sull’incompatibilità sottrae al gioco delle varie Giunte per le Elezioni il problema dell’eleggibilità o meno di un portatore di specifici interessi che possano andare in conflitto con l’interesse della collettività. Ora che sia necessaria una certa normativa in Italia è da oltre venti anni che se ne parla. Tuttavia temo che la questione sia più sociale che politica. Quando nel centrodestra affermano che alla gente non interessa il conflitto di interessi temo che dicano la verità. In nessun paese civile del mondo, di democrazia avanzata, il corpo elettorale, il fantomatico popolo, consentirebbe che un imprenditore nei media come Silvio Berlusconi potesse essere eletto, forse nemmeno ad amministratore di condominio.
Perché quindi in Italia ciò è tollerato? Forse perché il problema non è Berlusconi in sé e l’anomalia che egli continua a portare nella società italiana: il vero problema è che l’elettorato italiano è incredibilmente ignorante quando si tratta di separare l’interesse particolare da quello generale. E soprattutto è un elettorato assai corrotto da un certo modo di intendere la politica come generatrice di elemosina.
Per non farci mancare nulla ieri alle 16 ha chiuso la biglietteria del complesso monumentale del Foro Palatino e alle 19.15 è stato chiuso alle visite il Colosseo per delle assemblee dei lavoratori. Cioè in piena estate, domenica, nella città eterna, nel parco archeologico a cielo aperto più famoso del mondo.
Forse non è soltanto Berlusconi a doversi dichiarare incompatibile: è un Paese intero che dovrebbe dichiararsi incompatibile con il futuro perché profondamente ignorante.
In nessun Paese al mondo, occidentale o orientale, ricco o povero, passerebbe per l’anticamera del cervello di chiudere il Colosseo due ore prima del tramonto (ammesso e non concesso che non sia suggestivo visitarlo di notte, come ogni anno durante la Via Crucis possiamo ammirare) o di non ammettere più turisti nei più importanti Fori romani, sacrificando sette ore di incasso, per una riunione.
Si fa presto a dire che manca la crescita ma forse manca innanzi tutto il cervello per immaginare come creare ricchezza alla nostra materia prima per eccellenza.
p.s. non riesco a capire le ragioni della neo opposizione in Campidoglio alla pedonalizzazione dei Fori. Quali sarebbero gli interessi che vengono colpiti alla chiusura di una parte di Via dei Fori Imperiali? Si attendono risposte, soprattutto dall’ex vice sindaco Sveva Belviso che sta chiamando la cittadinanza di centrodestra alle barricate contro i cosacchi di Marino!