L’uragano papale

 In RELIGIONE

Non so se i vaticanisti se ne siano accorti, ma il primo viaggio che il Papa compirà fuori dalla sua diocesi sarà il prossimo lunedì a Lampedusa, dopo che il Santo Padre è rimasto scioccato dalle notizie provenienti dalla tragedie del mare che puntualmente si ripetono ogni estate.

Come ho già scritto su questo blog, dal giorno della sua elevazione al Soglio di Pietro, in una religione contano moltissimo i segni e i simboli. Così dopo la mozzetta rossa non indossata, le scarpe nere, la croce di metallo, l’appartamento a Santa Marta, il riferirsi al suo titolo episcopale e non papale, adesso abbiamo che il primo viaggio fuori dall’Urbe il Papa lo compie per visitare i derelitti del terzo mondo, coloro che scappano dal loro inferno e spesso qui – nella cosiddetta civiltà occidentale – trovano un altro inferno, magari un po’  meno caldo, ma sempre con una certa temperatura, specialmente politica, nei loro confronti.

Ecco al mio rientro da una settimana di aria pura, lontano dalle tossine della nostra Penisola, questa notizia mi ha fatto tornare un po’ di buonumore.

Troppo comodo parlare a vanvera di rivoluzione e di tsunami.

Il vero uragano è fare il proprio dovere. E quello che Papa Francesco sta facendo, in questi suoi primi mesi di pontificato, non è altro che attenersi scrupolosamente al Messaggio che il suo Principale gli ha detto di continuare a manifestare.

Senza bisogno di mandare a quel paese nessuno, collaborando con le autorità di uno stato straniero (il nostro) che stanno trovando qualche marciume nello IOR e dando soprattutto l’esempio.

Probabilmente questo Papa non farà molto altro in tema di morale sessuale o di celibato sacerdotale: ma faremmo un torto a lui e all’intelligenza degli uomini pensare che la vita di ciascuno di noi si possa ridurre al solo aspetto del sesso.

Ma l’uragano che si è abbattuto su Piazza San Pietro il 13 marzo scorso ha avuto come effetto quello di scoperchiare tetti e aprire finestre, in maniera tale che un bel po’ di aria nuova finalmente circoli nella Chiesa Cattolica Romana.

E sta ai dirimpettai di Oltretevere far sì che venga assicurato analogo rinfrescamento nei Palazzi Laici, senza bisogno di inutili vaffanculi.

Basta fare il proprio dovere, come sta facendo Bergoglio: la normalità del proprio mestiere porta a benefici insperati.

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