Schede e sangue
Sarò un incredibile romanticone, un sognatore, un idealista ma ogni volta che mi danno la matita e la scheda per apporre la mia croce su un nome o su un simbolo io mi emoziono.
Penso a tutti coloro che hanno rischiato le penne e a quelli che ci hanno lasciato la vita affinché noi volubili, viziati e ignoranti cittadini del terzo millennio potessimo sceglierci da soli i nostri rappresentanti e i nostri amministratori.
Penso persino a coloro che combattevano dalla parte sbagliata, nel 1943, e che pensavano che quel regime, che non consentiva loro di apporre la croce, fosse giusto, salvo poi ritrovarsi – due anni dopo – anche loro con una matita fra le mani e scegliere i loro alti rappresentanti.
E infine penso a tutti quelli che negli ultimi giorni hanno sbraitato contro le istituzioni, hanno attaccato la Presidenza della Repubblica e il Parlamento e l’incredibile stuolo di cloni che ciascuno di noi può osservare per strada, in ufficio o al mercato.
Penso a loro, al loro vaffanculo, al loro populismo e penso che anche la mia – di croce – serve sempre.
Nessun voto è inutile, ma andare a votare lo è sempre.