Teniamo tutti famiglia

 In POLITICA

Mi ero chiesto, ieri, perché il Fatto – quotidiano sempre attento all’attualità – avesse aperto la prima pagina con le supposte rivelazioni dal nuovo libro di Luigi Bisignani scritto con Paolo Madron.

Poi stamattina ho capito, quando ho visto la copertina del libro, il motivo: il saggio è edito da ChiareLettere, che è uno degli azionisti del giornale fondato e diretto da Antonio Padellaro.

Insomma come ha detto Grillo all’indomani dei risultati delle amministrative: “Li capisco, tengono famiglia anche loro“.

Che poi la casa editrice abbia avuto (non so se li abbia ancora) rapporti con la Casaleggio Associati è naturalmente un dettaglio!

Oggi per motivare le truppe, un po’ depresse evidentemente, Marco Travaglio se la prende anche con Giovanni Floris, reo – a suo avviso – di aver fatto un’intervista in ginocchio a Pierluigi Bersani, alla fine di Ballarò martedì sera. Certo tutti ricordiamo la memorabile e incalzante intervista che a gennaio il buon Marco ha fatto nei confronti di Silvio Berlusconi: infatti il Cavaliere dopo quella performance televisiva spicco il volo nella rimonta.

La cosa che mi ha colpito del pezzo di Travaglio è però una bugia bella e buona che ha detto sulla disponibilità di Bersani a farsi da parte. Afferma l’editorialista del Fatto che questa disponibilità avvenne soltanto il 2 aprile dopo che per un mese e mezzo aveva minacciato “o Governo Bersani o elezioni“.

Evidentemente il 26 febbraio, il giorno dopo le elezioni politiche, il buon Travaglio era ancora troppo brillo per i festeggiamenti con Casaleggio e Grillo – rigorosamente su Skype perché la rete è il futuro! – perché a un qualunque cronista politico, che avesse assistito alla conferenza stampa di Bersani, non sarebbe sfuggito un dettaglio. Durante quel primo incontro dell’allora segretario del PD con i giornalisti, dopo i deludenti risultati elettorali, dopo il famoso incipit riassumibile nel folle “non abbiamo perso” un giornalista chiese a Bersani se fosse disponibile a farsi da parte. L’ex candidato premier del centrosinistra rispose con un inequivocabile: “vi risulta che abbia mai anteposto i miei personali interessi alla causa? Io posso servire o come mozzo o come comandante!“. Stupisce che un giornalista attento ai dettagli come Travaglio non abbia capito questa risposta. Poi il PD con la sua Direzione Nazionale chiese a Bersani di farsi carico in prima persona di provare a fare un Governo di minoranza (al Senato), cercando di costruire il modello Sicilia nell’aula di Palazzo Madama. Questi sono i fatti, non le ricostruzioni fantasiose di Grillo e Travaglio.

Comunque è interessante poi notare come ogni volta che un giornalista attacca Grillo la risposta arrivi per interposta persona da parte di Travaglio. Stavolta è accaduto anche per il di nuovo PM Ingroia, e il buon Marco si è scagliato contro Pigi Battista che il sobrio Grillo aveva posto all’indice perché aveva osato mettere in dubbio i risultati non proprio evidenti dei pentastellati in Parlamento, al di là degli scontrini della Lombardi.

Ma d’altronde bisogna tenere alto il morale dei lettori, anche perché il Fatto non riceve finanziamento pubblico e quindi dipende interamente dal numero di lettori e quindi di raccolta pubblicitaria sui vari canali informativi, dalla carta stampata al web.

Insomma ha ragione Grillo: teniamo tutti famiglia e quindi comprendiamo bene perché certe scelte giornalistiche vengono fatte. Pennivendoli sono sempre gli altri.

Recommended Posts
CONTATTAMI

Per qualunque informazione scrivimi e ti risponderò al più presto possibile.

Not readable? Change text. captcha txt
0
VINCENZOPISTORIO.COM