Contrordine golpisti!
Abbiamo – evidentemente – tutti noi golpisti, quelli dell’Italia peggiore (copyright Grillo & Brunetta), capito tutto male. Perché mai un movimento fatto di cittadini, partito dal basso, nei meetup, nella rete (il futuro radioso profetizzato da Casaleggio), perché mai – dicevo – questo partito (pardòn, movimento) sarebbe dovuto andare bene alle elezioni amministrative?
Ha avuto un gran da fare ieri e oggi il Fatto Quotidiano per spegnere i principi di incendio che stavano spontaneamente nascendo all’interno della giungla grillina. Per una volta sono Travaglio & Co. a trasformarsi nel “Pompiere“: non della Sera ma Quotidiano.
Ieri ci ha spiegato il giornale diretto da Padellaro, con le sue firme di punta, dal direttore al vicedirettore Travaglio, da Antonello Caporale a Marco Lillo, che in realtà il risultato del Movimento di Grillo non era poi così male, dato che si attestava intorno al 10%.
Ora purtroppo la matematica non è un’opinione e quindi riportiamo di seguito i voti assoluti perduti nei principali comuni dove c’è stata la battaglia condotta da Grillo in prima persona:
- Roma: da 436.340 a 149.665 (-65,7%)
- Viterbo: da 12.567 a 2.417 (-80,8%)
- Brescia: da 18.389 a 6.588 (-64,2%)
- Sondrio: da 2.656 a 639 (-75,9%)
- Lodi: da 4.211 a 1.348 (-68,0%)
- Treviso: da 11.578 a 2.798 (-75,8%)
- Vicenza: da 14.498 a 3.120 (-78,5%)
- Imperia: da 8.023 a 1.972 (-75,4%)
- Massa: da 12.182 a 4.590 (-62,3%)
- Pisa: da 11.377 a 4.025 (-64,6%)
- Siena: da 7.047 a 2.494 (-64,6%)
- Ancona: da 17.861 a 6.894 (-61,4%)
- Avellino: da 6.270 a 2.034 (-67,6%)
- Barletta: da 14.457 a 4.557 (-68,5%)
(grazie alla pagina facebook Noi che NON voteremo il Movimento Cinque Stelle)
Certamente l’astensionismo così forte ha pesato, specialmente a Roma: però con tutta la buona volontà di seguire il ragionamento del Grillo Quotidiano è la prima volta che l’astensione favorisce le forze di governo, di restaurazione (come dice Grillo), di inciucio anziché le forze alternative. E considerando che – come dicevo prima – il Movimento di Grillo ha delle istanze di programma fortemente locali, dalla raccolta differenziata all’abbattimento del digital divide, dal sostegno alle fasce più deboli (almeno sulla carta) all’ambiente e ai beni comuni, è intellettualmente disonesto spacciare questa sonora batosta subita da Grillo come una normalità dato che non si votava per le Politiche.
Anche perché il risultato delle precedenti tornate amministrative, con la conquista di Parma e la quasi conquista della Regione Siciliana, ci avevano fatto capire che il Movimento partiva proprio dal basso, dalle esperienze locali, dai cittadini.
Scopriamo, grazie a questa tornata di comunali, che invece il Movimento di Grillo è un partito di opinione (che vorrà dire non saprei) e che quando ci sono in ballo gli interessi locali prevalgono gli istinti di conservazione della gente, adesso demonizzata, mentre prima veniva esaltata al grido di Arrendetevi!
Il giornale diretto da Padellaro oggi in prima pagina nemmeno menziona l’insulto grillino sulla falsariga di Brunetta e Berlusconi (del primo si è detto, il secondo diede dei coglioni agli elettori di sinistra durante una conferenza stampa in Confcommercio): credo sia l’unico quotidiano nazionale, insieme a Libero e a il Giornale (sarà un caso?), ad aprire con le mirabolanti rivelazioni contenute in un libro da Gigi Bisignani, il faccendiere di ogni stagione. Perché presto detto, perché ci sono le trame dell’oscuro personaggio con Letta, Alfano e De Bortoli (cioè il governo attuale e il Corriere, nemico giurato del Fatto e di Grillo).
D’altronde li capisco al Fatto: devono in qualche modo motivare le truppe, perché se Grillo dovesse continuare in questa strategia suicida non soltanto i consensi continueranno a scendere, ma il rischio è che anche i lettori del Fatto comincino ad arretrare. E mentre Grillo un teatro, un cinema ed una piazza li potrà sempre riempire perché come comico è bravo (può non piacere ma conosce i meccanismi dello spettacolo meglio di chiunque altro nella politica di oggi), al giornale di Via Valadier farebbero molta fatica a tirare su una tiratura decente per portare a casa i soldini.
Per onestà intellettuale bisogna dire che dopo l’apertura di Bisignani (vero fatto del giorno, come recita il titolo del quotidiano) alla quarta pagina finalmente si parla del tracollo del Movimento, addirittura riportando i voti pentastellati di Roma, inserendo furbescamente quelli ottenuti dalla lista Amici di Beppe Grillo nel 2008 (furono poco più di 40 mila) come se si potessero confrontare i due momenti politici, fra 2008 e 2013.
Comunque ai nostri amici pentastellati non rimane che consolarsi con Pomezia, in Provincia di Roma, sulla Pontina, dove il Movimento ha piazzato l’unico ballottaggio con Fabio Fucci che ha superato di 150 voti l’esponente del PDL. Il centrosinistra si trova 9 punti sopra ma tutto è possibile motivando le truppe.
Immaginiamo che dall’alto dei suoi 5199 voti di lista Beppe Grillo scenderà a Pomezia, il 7 giugno, per chiudere la campagna elettorale pontina al grido di “Arrendetevi, o almeno votate scheda bianca!”
p.s. 1 A scanso di equivoci: gli altri partiti hanno perso anche loro vagonate di voti, ma il dato politico è che il movimento alternativo, unica forza di opposizione di una certa consistenza al Parlamento, ha perduto più di tutti, non riuscendo a mobilitare coloro che hanno votato – tre mesi fa – proprio per loro. Vorrà dire qualcosa? Secondo me sì e forse gli italiani non sono così stupidi come Grillo immagina e hanno ben compreso che il governo Letta è nato di necessità proprio perché i pentastellati hanno umiliato Bersani e il suo tentativo di dar vita ad un altro governo. Si fosse dato l’appoggio esterno a Bersani, senza entrare in maggioranza, oggi Grillo sarebbe al 20%. Comunque “ogni impedimento è giovamento” diceva la mamma di una persona a me cara, oltre un decennio fa. Quindi forse il vero bluff svelato è quello del firmamento e non quello di Palazzo Chigi
p.s. 2 Errata Corrige: ci sono anche altri due ballottaggi con esponenti grillini, ad Assemini (CA) e Martellago (VE), rispettivamente con il 21% e il 17.5%. In entrambi i casi con un esponente del centrosinistra. In bocca al lupo.