Abbiamo tutti vinto

 In POLITICA

Avevo pensato di lasciarmi andare ad un’analisi seria del dato delle amministrative di ieri, specialmente a Roma, ma poi vedendo le reazioni e leggendo le prime pagine dei giornali di oggi la voglia mi è passata. Allora meglio scherzarci su.

Dunque hanno sicuramente vinto Grillo e Berlusconi: quando loro non sono in prima persona candidati, quando non si vota con la pancia ma con la testa e gli occhi, i loro partiti perdono vistosamente consensi. Il Fatto non è riuscito nemmeno ad ammetterlo, ma le elezioni di ieri sono state vinte da Bersani: sì tre mesi fa ha beccato una tranvata galattica, specialmente per le attese enormi che vi erano sul PD e sul centrosinistra. Ma ieri gli elettori – almeno quei milioni che sono andati a votare – lo hanno premiato proprio perché hanno punito i troppi no che i pentastellati hanno sbattuto in faccia all’ex segretario del PD. La cittadina onorevole deputato Lombardi lo aveva deriso con quel famoso “sembra di stare a Ballarò“: poi ascoltando le dichiarazioni di De Vito a Roma o di altri deputati e senatori pentastellati, che commentavano i risultati come una volta li commentavano i maggiorenti del PSDI, allora possiamo dire che ieri – in TV e alla radio – sembrava di stare a “Oggi in Parlamento“, la vecchia trasmissione della RAI che ci dava i resoconti delle giornate parlamentari.

Ha vinto Gianni Alemanno, sindaco uscente di Roma, che ha perso praticamente un numero di voti pari ad una media città italiana. Ma anche lui dice che ha vinto e che il ballottaggio è un’altra partita. A Siena il Movimento Cinque Stelle, che pensava di fare della bellissima città toscana una nuova Parma, non arriva nemmeno al 10%: probabilmente nella Piazza del Campo sono tutti collusi con il Monte dei Paschi di Siena e non hanno capito la novità.

Ieri ho sentito dire dai pentastellati che la colpa era dei media e che gli elettori non avevamo capito nulla: linguaggio molto vecchio per un movimento nuovo. Tradotto quindi: i giornalisti sono tutti venduti e pennivendoli mentre noi elettori siamo dei coglioni che non abbiamo capito. Io ricordo solo che dopo le elezioni in Sardegna, quindi locali, Walter Veltroni si dimise da segretario del PD: nel centrodestra e nel Movimento Cinque Stelle le leadership carismatiche nemmeno vengono messe in discussione, quando il vero vaffanculo dovrebbero riceverlo proprio Beppe e Silvio.

Comunque ognuno che ha occhi e testa può leggersi i risultati, confrontarli sia con le amministrative precedenti che con le politiche di febbraio. Ognuno si può fare un’idea di come si sia mosso l’elettorato e perché il voto di protesta, pur avendo un contenitore che poteva raccoglierlo, è invece rimasto a casa.

Forse il contenitore viene percepito più come uno scolapasta che come una bacinella.

Infine – e qui parlo seriamente – hanno sicuramente perso gli astensionisti: chi rinuncia a partecipare al voto per le elezioni del proprio sindaco perde sempre, perché fa scegliere coloro che invece vanno ai seggi.

E sicuramente ha vinto la legge elettorale a doppio turno: fra 14 giorni ci sarà un vincitore e un vinto, una maggioranza e un’opposizione, per cinque anni, salvo complicazioni. Alla fine il bipolarismo forse tanto male non è.

Ha vinto Veltroni.

Cinque anni dopo.

 

p.s. In questo momento Michele Pinassi del Movimento Cinque Stelle di Siena ha risposto alla domanda di un giornalista di SKY che non ha perso Grillo ma ha perso la città che preferisce un uomo forte all’emancipazione della città. Non è matura la città senese, afferma il grillino. Bene, bravi, continuate così.

 

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