La forza e la qualità di una democrazia
Quello che sto per scrivere su questo post forse non sarà ben compreso né condiviso da molti, specialmente nel paese da curva nel quale ormai respiriamo a pieni polmoni.
Il punto è che la qualità e la forza di una democrazia si misurano soprattutto nella capacità della cittadinanza di togliersi di dosso gli abiti dei sudditi ed indossare finalmente quello dei cittadini.
Prendiamo ad esempio questa notizia: che Jorge Videla sia stato un dittatore sanguinario e schifoso è ormai una verità storica provata e la democrazia argentina, ancora fragilissima, ha dimostrato tutta la sua maturità sia quando l’Amministrazione Alfonsín promulgò la legge sul perdono, sia quando – dopo lo scempio di Menem – si riaprirono i processi penali e Videla venne condannato all’ergastolo.
Ma una democrazia è tanto più forte, tanto più matura e tanto più di alta qualità quando non teme i pellegrinaggi alla tomba del dittatore. Perché questa è la differenza fra essere sudditi ed essere cittadini: i secondi non temono i fantasmi del passato, anzi continueranno la loro opera di sensibilizzazione affinché quei fantasmi e quelle losche figure non si ripresentino più.
I sudditi invece sono coloro che pensano che togliendo di mezzo la manifestazione materiale del problema (il corpo del dittatore in fondo all’Atlantico come contrappasso per ciò che egli fece), anche il fantasma sociale scomparirà.
In questo i nostri amici argentini dovrebbero forse imparare qualcosa da noi sgangherati italiani: la tomba del Duce a Predappio sarà anche oggetto di pellegrinaggio e di omaggio dei nostalgici fascisti, ma con tutti i problemi che possiamo avere non mi sembra che l’aver garantito umana sepoltura a Benito Mussolini abbia portato alla ricostituzione del Partito Fascista.
La differenza fra essere sudditi ed essere cittadini è la stessa che passa dal volere la vendetta nei confronti dei dittatori al pretendere giustizia. In una democrazia sana, forte, libera e civile i cittadini scelgono sempre e comunque la giustizia e mai la vendetta.
