La memoria dell’elefante
Se c’è una cosa che odio di me è l’assurda memoria elefantiaca che mi consente di ricordare tante, troppe, cose!
Ora prendiamo questa cosa del Porcellum e del ricorso in Cassazione di un gruppo di cittadini: sul finire della scorsa legislatura, quel poveraccio di Roberto Giacchetti del Partito Democratico ci stava lasciando le penne, per lo sciopero della fame, dato che i suoi colleghi non si mettevano d’accordo su come cambiare la legge.
Durante gli innumerevoli incontri dell’allora (e ancora attuale) maggioranza di governo si parlava di correggere il Porcellum introducendo le preferenze e delle soglie per il premio di maggioranza, proprio per evitare quello che poi è capitato a febbraio.
Naturalmente in Parlamento non si misero d’accordo, chi la voleva cotta, chi cruda, chi condita con l’aceto balsamico e chi con il limone!
Poi c’era chi urlava contro le modifiche alla legge elettorale fatte sul finire della legislatura, con un Parlamento che non rappresentava più la composizione del Paese, equiparando qualunque modifica di fatto ad un colpo di stato.
Ah, dimenticavo: quel qualcuno che sbraitava al golpe era – tanto per cambiare – il leader del Movimento Cinque Stelle che adesso ovviamente il Porcellum lo vuole (almeno a parole) abrogare …