#ProcessoRuby: La forza del telecomando è #cambiarecanale
Forse non tutti sanno che lunedì prossimo, 13 maggio 2013, giorno della Madonna di Fatima per la Chiesa Cattolica e anniversario (32°) dell’attentato a Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, uno degli eventi più misteriosi della storia dell’umanità, finalmente in un’aula di un Tribunale, a Milano, il Pubblico Ministero Ilda Boccassini potrà tirare le proprie conclusioni sul dibattimento del cosiddetto processo Ruby e chiedere al Tribunale di pronunciarsi sull’imputato Silvio Berlusconi.
Come arcinoto l’ormai habitué delle aule di giustizia, nonché quattro volte a capo del Governo e azionista influentissimo dell’esecutivo attuale guidato da Enrico Letta, è accusato di concussione e di prostituzione minorile.
Ebbene nonostante i mille rinvii dovuti ai migliaia e migliaia di escamotage partoriti dai suoi legali, che all’occorrenza svestono la toga e indossano gli abiti dei parlamentari dello stesso partito del Cavaliere, finalmente la Procura di Milano può chiudere il lavoro di questi tre anni e chiedere la pena che ritiene sia più appropriata per il supposto reo.
Con un tempismo senza eguali, non soltanto domani, il sabato precedente l’udienza, viene organizzata dal partito politico dell’imputato e pubblicizzata sia sui giornali di sua proprietà che su quelli a lui vicini una bella manifestazioni a Brescia contro la magistratura, ma anche domenica sera, il giorno prima dell’udienza, la prima serata di Canale 5, la principale rete del Biscione, arma principale della propaganda berlusconiana, ospiterà in prima serata uno speciale di due ore (sì, due ore!), condotto da Andrea Pamparana (collaboratore anche de Il Giornale, diretto da Sallusti ed edito da Paolo Berlusconi, fratello dell’imputato) e trainato dal programma Striscia la Notizia, giusto per pompare ulteriormente gli ascolti.
Il programma si intitola “La guerra dei venti anni – Ruby ultimo atto” e come ha fatto notare qui Alessandro Gilioli ha un interessante promo con la voce che recita così “33 processi, 2500 udienze, 1000 magistrati impegnati, oltre 300 mila intercettazioni telefoniche“.
Ora innanzitutto sposo in pieno le parole del giornalista de l’Espresso, quando si chiede retoricamente quale altro imputato al mondo possa usare una rete televisiva nazionale (la propria) per diffondere un’arringa mediatica a suo favore e per accusare i suoi giudici e quale altro leader di partito possa entrare due ore nelle case degli elettori a parlare di se stesso, inducendo a credere alla sua esclusiva versione su fatti che lo riguardano.
Rivolgo però dal mio minuscolo blog un appello a chiunque sia in possesso di un telecomando: se vi piace Striscia, guardatelo pure il programma di Antonio Ricci.
Ma appena i conduttori salutano fate un favore all’Italia: cambiate canale!
Guardatevi la partita, Un Medico in Famiglia, in Onda, noleggiate un DVD se ancora esistono, comprate on line qualche film, andate al cinema, giocate a carte, leggete un libro, cantate la ninna nanna ai vostri bambini o fate l’amore con chi volete!
Tutto quello che più desiderate: basta che gli ascolti di domenica sera siano così bassi da dimostrare al Cavaliere, alla sua famiglia di sangue e alla sua famiglia di affari più o meno loschi, che il popolo italiano dice no ai suoi interessi e che tra Berlusconi e la legalità sceglie la seconda.
Senza se e senza ma.
Non è difficile.
Cambiare canale si può.