Grillo Free Zone
Ieri sul mio profilo Facebook sono stato accusato da un mio amico di essere a senso unico nelle critiche politiche. Sosteneva infatti che ogni cosa che scrivevo fosse in un’unica direzione e mi chiedeva se fosse possibile – a mio avviso – che Grillo e i suoi adepti (continuerò a chiamarli tali fino a prova contraria!) sparassero sempre minchiate.
La ragione di questa critica era la condivisione di un pezzo dell’Espresso che parlava dei finanziamenti all’editoria che sul Sacro Blog vengono sempre spacciati per “finanziamenti pubblici ai giornali“. Ora non sto qui a ripercorrere la discussione che ho avuto con lui e con un altro amico perché è sul mio profilo pubblico del social network di Zuckerberg. Tuttavia ho intenzione – almeno fino a quando non verrà formato un governo – di dichiarare questo blog Grillo Free Zone. Perché ha ragione Matteo, un altro mio contatto sociale che vive in California, che tutto questo proliferare su finanziamenti, occupazioni e gaffe è semplicemente un’enorme distrazione di massa. Inutile continuare a dibattere sul fatto che i grandi giornali non prendano finanziamenti o che è legittimo ritenere che alcuni debbano essere finanziati. Ormai siamo arrivati al punto che tutto ciò che si possa configurare come contributo pubblico, alle imprese, all’editoria, alla politica, agli altri che non siamo noi stessi, è sempre e comunque uno spreco.
Tuttavia non posso lasciare l’ombra dell’unidirezionalità delle mie critiche.
Come ho fatto notare all’amico, se lui avesse avuto la bontà di seguirmi su Twitter o sulle pagine di questo Blog (attraverso i Feed o la pagina Facebook a lato), avrebbe notato come ho sempre sostenuto che parecchie delle istanze proposte dal Movimento Cinque Stelle fossero condivisibili e ho persino lodato tre deputati grillini intervenuti in aula nelle ultime sedute!
Non ho mai fatto mistero di votare PD e prima ancora il PCI (una volta soltanto, poi si è sciolto!), il PDS e i DS. Ho partecipato alle primarie di Prodi, votandolo, e alle ultime primarie, votando Pierluigi Bersani. Ciò non mi ha impedito, nel 2011, di ritenere il governo Monti l’unica soluzione praticabile per evitare il baratro, sentendomi garantito – come italiano che si vergognava all’estero del suo governo – meglio di come avrebbe potuto farlo anche un’eventuale proposta – all’epoca – di sinistra.
Ciò non mi ha bloccato di certo nel criticare la scelta di Monti di candidarsi perché anche lui ha fatto passare l’equazione che PD e PDL fossero la stessa cosa.
Ho criticato Renzi durante le primarie ed elogiato per il suo impegno durante le elezioni, sebbene lo abbia ritenuto tardivo, sia per responsabilità di Bersani sia per la troppa spocchia che il sindaco di Firenze manifestava e continua a manifestare (se sa da chi sono partite le telefonate per non farlo diventare grande elettore sarebbe il caso di dirlo, anziché fare sempre illazioni!).
Qualche giorno dopo le elezioni ho fatto notare che Bersani le elezioni le ha perse nella fascia di popolazione più giovane e non bisogna certo essere Pagnoncelli per leggere i dati effettivi del Viminale e incrociarli con l’età prevista per i diritti di voto delle Camere. Che poi matematicamente le abbia vinte e abbia il diritto/dovere di governare è un concetto evidentemente troppo complicato per il popolo italiano (e di sinistra in particolare), preso com’è nel suo essere tifoso anziché cittadino.
Ero d’accordo con il Presidente Napolitano quando ha sollevato conflitto di attribuzione alla Consulta per la vicenda delle telefonate con Mancino, ma non ho condiviso la scelta di non far nascere il Governo Bersani, anche di minoranza, come ad esempio in Spagna avvenne per il secondo mandato di Zapatero.
Ho scritto qualche giorno fa un pezzo sulla galassia elettorale grillina e rispetto moltissimo quegli elettori, che conosco direttamente e indirettamente, provenienti dalla Sinistra Radicale e che hanno trovato negli anni il rifugio grillino delle loro battaglie ambientaliste ed ecologiste, spesso dimenticate nei Democratici di Sinistra prima e nel Partito Democratico poi.
Ho criticato la folgorazione sulla via di Damasco di Gianfranco Fini, troppo tardiva, e la supponenza di Pierferdinando Casini di voler essere l’ago della bilancia della politica, salvo poi – qualche giorno fa sul Corriere – fare mea culpa e affermare che sarebbe stato più giusto schierarsi.
Mi auguro che il mio amico, che spero legga questo post e magari trovi il tempo di rileggersi qualche altro pezzo, mi perdonerà che le mie critiche avranno però soltanto un’unica direzione e sarà quella di essere contraria comunque a Berlusconi. Non perché il Cavaliere rappresenti il demonio o le sue politiche siano aberranti: magari le avesse delle politiche! Dio solo sa quanto questo Paese, accanto ad una sinistra democratica e normale, abbia bisogno di una vera destra, democratica ed europea, in linea con i partiti conservatori e liberali del nostro continente! Ma fino a quando la sedicente borghesia italiana continuerà a scegliere la strada facile anziché quella un po’ più complicata, proposta ad esempio dal professor Monti, allora destra italiana e Silvio Berlusconi. La mia direzione antiberlusconiana è tutta squisitamente personale: troppe sono state le figure barbine a livello internazionale, troppe volte mi sono visto addosso le risa di amici, conoscenti e colleghi stranieri, per la presenza – nella nostra scena politica – di questo personaggio. Soltanto un paese profondamente ignorante può perdonare ad un uomo politico di mentire così spudoratamente come il Cavaliere ha fatto in questi venti anni, soprattutto nella solenne sede del Parlamento quando ha costretto i suoi deputati, mediocri individui, a votare un conflitto di attribuzioni presso la Consulta, sostenendo che egli veramente ritenesse Ruby la nipote di Mubarak.
Ecco, ciascuno di noi almeno ogni tanto ha bisogno di una pausa: anche questo blog.