#M5S e il problema di Einstein

 In POLITICA

Sarebbe sempre semplice sparare alzo zero contro i grillini presenti in Parlamento: tantissime gaffe, una rabbia non controllata, una saccenza ed un’arroganza delle quali non si avvertiva sinceramente il bisogno. Molte volte per ignoranza, altre volte per partito preso, sta di fatto che salvo il discorso sui marò del deputato Di Battista, la presenza del Movimento Cinque Stelle in Parlamento è stata finora praticamente inutile. Si dirà che Boldrini e Grasso sono frutto del clima che si è creato per la presenza dei grillini nel Palazzo e forse ciò è parzialmente vero. Tuttavia nelle cose che veramente contano, nella politica generale e di indirizzo per un Paese grande e complesso come il nostro, il Movimento Cinque Stelle e il suo leader stanno dimostrando tutti i limiti che i principali osservatori, quelli poi tacciati di essere collusi con la casta (salvo il Fatto Quotidiano, va da sé!), avevano già posto in risalto nei mesi scorsi.

Anche in questo blog, scusate l’autocitazione, avevo fatto osservare che il Movimento e il suo epocale programma trentennale (Deputata Lombardi dixit!) avevano un grosso limite: la loro visione nazionale. Mi spiego meglio: sarebbe facile sparare contro la Lombardi che qualche giorno fa ha postato un video definendo la nota di variazione al DEF, che libera i famosi 40 miliardi di crediti delle imprese da parte delle Amministrazioni Pubbliche, una porcata di fine legislatura, salvo poi approvarlo ieri dopo che evidentemente avevano studiato meglio le carte (come lavoce.info ha fatto puntualmente notare). Sarebbe semplicissimo far osservare l’incongruenza del volere Monti al Governo, seppur in prorogatio, dopo averlo distrutto per oltre un anno. Sarebbe ovvio far notare che qualunque taglio vuoi fare al funzionamento della macchina legislativa, agli stipendi dei parlamentari, dei collaboratori, dei magistrati e di tutte le figure apicali che vuoi, sono briciole rispetto alla crisi economica e finanziaria che il nostro Paese sta vivendo. E nonostante tutti – ma proprio tutti – sarebbero favorevoli all’abolizione dell’IRAP, come enunciato da Grillo sul suo blog, in realtà ancora una volta manca la copertura finanziaria del mancato gettito. Martellano su Twitter per 42 milioni di euro di proposta di risparmio alla macchina della Camera dei Deputati quando qui stiamo parlando di 80 miliardi di debiti che le imprese vantano.

La ragione di questa superficialità del Movimento Cinque Stelle sta proprio ab origine. Come ogni ragazzino di media si sente dire quando comincia a studiare l’elettromagnetismo, tutto è relativo, secondo la celebre teoria di Albert Einstein. Tutto è relativo anche in politica e lo schema che i grillini pongono su scala nazionale, non è detto che possa funzionare perché funziona su scala locale. Probabilmente dal livello comunale a quello regionale, cioè dove si amministrano i beni pubblici, il pungolo di un Movimento come questo può e ha la sua funzione attiva e positiva. Certo si potrebbe far osservare che Parma – con la sua amministrazione pentastellata – abbia scelto lo stesso rigore del tanto vituperato Mario Monti, strada obbligata però per il sindaco Pizzarotti e la sua giunta a meno di cominciare a tagliare la spesa sociale.

Ma al netto delle congiunture particolari molti aspetti del programma di Grillo sono validi se – appunto – osservati da un sistema di riferimento particolare.

Nel passaggio alle assemblee legislative i limiti della struttura del Movimento e del programma stesso enunciato quasi fosse il Decalogo vengono prepotentemente fuori.

Innanzi tutto perché siamo in un regime parlamentare con un bicameralismo perfetto. Parlamento e Governo sono intrinsecamente legati dal voto di fiducia e senza quest’ultimo il Governo è in carica per l’ordinaria amministrazione e il Parlamento ha forti limiti nella sua attività legislativa. Si chiama principio della separazione fra i poteri, ma purtroppo sembra che i parlamentari grillini non riescano proprio a comprenderlo.

Ma questi sono tecnicismi: se il nodo Quirinale verrà sciolto, sappiamo bene che un Governo verrà fatto, sia che venga presieduto da Bersani o da qualcun altro. Nel primo caso a farlo nascere sarà l’uscita strategica della Lega dall’aula del Senato (che non vuole andare a votare), nel secondo forse avrà l’appoggio esterno del Movimento Cinque Stelle. Il problema però di Grillo e dei suoi ripetitori nelle aule delle Camere è che il loro programma ha delle grandi lacune, a cominciare dalla politica estera e dalla politica di difesa.

Lo sappiamo bene che crisi economica, ambiente, acqua, energia, larga banda sono aspetti importanti della nostra società contemporanea, ma la nostra Penisola non è confinata su qualche pianeta di una lontana galassia senza contatto con gli altri. Noi siamo un Paese a forte dipendenza dall’estero non fosse altro che non abbiamo materie prime e tutto ciò che vogliamo produrre avviene attraverso un processo di trasformazione. E che il nostro massimo patrimonio da valorizzare è la nostra arte, la nostra cultura e la nostra cucina e per forza di cose dobbiamo attrarre gli altri a trascorrere le loro vacanze o i loro studi qui da noi!

Quindi il come stiamo al mondo è importante tanto quanto la sovranità monetaria, se non di più. Per anni abbiamo avuto una moneta debolissima è vero, ma è altrettanto vero che la nostra Politica Estera era seria.

Se a Pyongyang quel ragazzino viziato dal nome Kim Jong-un continua a voler giocare con i suoi soldatini in carne e ossa e con i missili transoceanici, qual è la posizione di Grillo e del Movimento Cinque Stelle? Lo sanno i nostri parlamentari che se questo dittatorello un po’ tarchiato dovesse attaccare l’isola di Guam, territorio degli Stati Uniti d’America, nel Pacifico e non molto lontano dalla capitale nordcoreana, in base al trattato NATO anche noi potremmo essere tirati in ballo? Sanno per esempio che proprio l’articolo 5 fu la causa del nostro intervento in Afghanistan del 2001 dopo che l’attacco terroristico delle Torri Gemelle? Qual è la posizione di questo gruppo parlamentare eterodiretto di fronte a questa escalation militare nordcoreana? Non basta citare l’articolo 11 della nostra Costituzione, perché è riferito allo strumento di offesa, mentre la soluzione militare è perfettamente prevista e legittima di fronte alla difesa del nostro territorio o del territorio di paesi amici e alleati.

Se Crimi, che ogni giorno che passa ci delizia con una perla, venisse nominato Presidente del Consiglio e formasse un governo, quale sarebbe la posizione rappresentativa dell’Italia nei consessi internazionali? Non penseranno mica che di fronte ad una specie di gabinetto collettivo di guerra a Bruxelles si possa fare la diretta streaming su lacosa.tv o un mega sondaggio on line per scegliere la linea in politica estera?

Nel programma del Movimento si parla sempre di F35: ok, aboliamoli tutti, non compriamo nessun aereo da guerra. Un minuto dopo, però, il nostro neofita gruppo parlamentare dovrebbe spiegarci come l’Italia deve affrontare la sua politica di difesa. Vogliamo abolire le forze armate come in Costarica (paese che qualcuno vicino a Grillo conosce bene, se non sbaglio) oppure vogliamo costruire una politica europea di difesa? E in questo ultimo caso, come si concilierebbe tale strategia con la vaneggiata uscita dall’Euro e dalle regole dell’Unione Europea? Politica della botte piena e della moglie ubriaca?

Se il Movimento di Grillo fosse stato adatto ad una politica su scala nazionale non avrebbe indugiato due volte nel far nascere il governo Bersani non fosse altro perché avrebbero potuto effettuare quel controllo che hanno sempre predicato e forse avrebbero potuto pure imparare che la politica generale e il governo di un Paese sono cose assai diverse e molto più complicate del governo della Regione Siciliana (dove collaborano nel cosiddetto Modello Sicilia) e della città (incantevole) di Parma.

Ma per far ciò bisogna imparare a relativizzare, a osservare le cose che accadono nel mondo indossando lenti diverse, mettendosi in panni diversi.

E per fare ciò, per applicare la teoria della relatività di Einstein, bisogna innanzi tutto essere umili, non arroganti, desiderosi di camminare e non considerarsi arrivati soltanto perché si è finalmente conquistato un seggio a Montecitorio.

p.s. giusto un’ultima cosa: dal momento in cui i parlamentari pentastellati sono entrati in aula essi hanno cessato il loro status di controllore. Siamo noi cittadini, quelli che stiamo fuori dal palazzo, a dover controllare i nostri eletti (che proviene dal latino eligo, scegliere). Loro diventano i controllati e questa è la ragione per la quale la stampa fa loro le pulci. 

p.s.2 aggiungo un’altra cosa, ché ci pensavo dopo aver pubblicato: ho volutamente parlato di politica estera e di difesa perché riguarda il nostro rapporto verso l’esterno. Ma non sono chiare tante altre cose del movimento, dai diritti civili ai temi etici, dal modello di scuola (dire pubblico non basta!) alle tematiche relative all’immigrazione nel nostro Paese. Legiferare e Governare su questi temi presupporrebbe averne almeno conoscenza.

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