Quello che non perdonerò mai al #M5S
“Papà, papà“, strillava Elisa sprizzando gioia da tutti i pori ieri pomeriggio non appena aveva sentito la mia chiava entrare nella toppa della serratura. “Questa è Stephanie“, continuava la mia piccolina presentandomi una sua compagna di scuola che trascorreva il pomeriggio a giocare con lei.
“Finalmente ti conosco“, dico io alla piccola amichetta di mia figlia, stringendole la manina. Ho trascorso una mezz’oretta, prima che il nonno della bimba venisse a riprenderla, a giocare con le due piccole, a “mamma, papà, figli e baby sitter” e al “dottore“, osservando la cosa più bella del mondo: i bambini.
Vi starete dicendo che cosa c’entrano i parlamentari grillini con questa patetica scenetta di un rimbambito papà, vero?
Eccovi accontentati: Stephanie è la figlia di una ragazza-madre peruviana. Non ha il padre, suo nonno ha qualche anno più di me e parla non molto bene la nostra lingua, e sono tutti stranieri.
Stephanie parla benissimo italiano con un accento molto più marcato di quello di Elisa, che evidentemente ancora non si è del tutto romanizzata, avendo a casa una mamma dal forte accento spoletino ed un padre che a fatica parla italiano, prediligendo la sua lingua madre, il siciliano.
La bimba sudamericana, bellissima come tutti i bambini indios, invece parla come se i suoi genitori fossero nati entrambi nel Rione Monti o alla Garbatella. Eppure Stephanie non è italiana: non lo è la madre, non lo sono i nonni. Ma se pur con molta fatica riesco a comprendere la non cittadinanza agli adulti, il non riconoscere lo status di cittadina italiana a questa bambina è uno scandalo. Crescerà con Elisa, forse andrà alle elementari con la mia bambina, potranno diventare amiche anche da grandi. Suo nonno è una persona squisitissima e portando una mezz’ora di ritardo non ha fatto altro che scusarsi da quanto ha messo piede a casa a quando è entrato in ascensore. Cercando nelle difficoltà della sua lingua italiana, farcita di teneri “entonces” e di “después“, le parole giuste per scusarsi con mia moglie per il ritardo portato a causa dell’ATAC (e lo comprendo benissimo, pover’uomo, dovendo sopportare anche io le lentezze dei bus romani).
Eppure Stephanie, pur essendo integrata perfettamente nel nostro Paese, non è italiana e fra quattordici anni, dopo che magari si sarà ancor di più romanizzata e si sarà magari innamorata di un ragazzino italiano, dovrà fare domanda per essere considerata quello che è già: una italiana.
Questo non perdonerò mai al Movimento Cinque Stelle, a Grillo, a quei due incompetenti burattini telecomandati messi come Presidenti di Gruppo Crimi e Lombardi, ridicoli fuori dall’aula e ancora di più quando prendono la parola (rivedetevi a tal proposito la clip video del Senato nella quale si vede Crimi che non ritiene abbia il dovere di smentire – io avrei detto di scusarsi – per le parole del signor Giuseppe Piero Grillo, lo chiama proprio così, che aveva definito padri puttanieri, Bersani, D’Alema, Berlusconi, Monti e Cicchitto) e a tutti i ripetitori in rete (e non), che pensano che il Sacro Blog, la rete e quel ridicolo elenco della spesa spacciato per un programma trentennale di governo, nemmeno fossimo nell’Unione Sovietica della pianificazione: che non abbiano consentito la formazione di un governo che aveva tra i suoi primi punti di programma il riconoscimento di diritti finora negati ai bambini, agli omosessuali ed ai più deboli.
Loro che davanti a Bersani, nel loro ridicolo filmino, felici come i turisti che si riprendono in ricordo durante l’udienza del Santo Padre in Piazza San Pietro, si intestano anche di essere “le parti sociali“, senza forse minimamente sapere cosa siano le parti sociali in Italia (d’altronde uno dei massimi esponenti grillini, il sindaco Pizzarotti, pensava che Medvedev fosse un Commissario Europeo, Kabul in Iraq e non so chi altri di loro riteneva Netanyahu un esponente arabo): ma parlano soltanto di soldi, di finanziamento ai partiti e di stipendi (degli altri). Nessun accenno ai diritti, se non a fantomatici diritti di cittadinanza digitale, quando la cittadinanza vera, quella che consente la pienezza dei diritti e dei doveri nel nostro Paese, viene negata a milioni di ragazzi che crescono insieme ai nostri figli. Solo slogan!
Questo non perdonerò mai al Movimento Cinque Stelle, di aver fornito un assist alla destra becera che abbiamo in Italia, che si rialzerà e potrà ancora vincere le elezioni con lo stuolo di impresentabili sotto le insegne del Popolo delle Libertà.
Questo non perdonerò mai al Movimento di Grillo di aver contribuito ad allontanare sempre di più la realizzazione di diritti fondamentali per bambini come Stephanie che sono molto più italiani persino di quei connazionali all’estero che invece votano e vengono rappresentati qui in Parlamento.
Non perdonerò mai a questi fascisti digitali di spacciarsi per nuovi, moderni e dalla parte degli ultimi (Nessuno resterà indietro!) perché in realtà sono l’espressione massima dell’egoismo nazionale e della violenza verbale.
E adesso potete pure insultarmi perché tanto non me ne frega più nulla: pensavamo in molti che foste diversi veramente dal PdL ma forse siete soltanto l’altra faccia della medaglia di Berlusconi, figli anche voi del nulla televisivo partorito da questo rincoglionimento totale a partire da Drive In e Striscia la Notizia.
E non mi parlate più di ambiente, di raccolta differenziata, di No-Tav e di tutte le altre cose che spacciate per novità perché se poi rimanete all’opposizione, se poi rimanete nel vostro recinto di purezza per il timore di sporcarvi le mani e la voce, passando sotto il banco della Presidenza del Senato e pronunciare un “Sì” alla fiducia a una persona perbene come Pierluigi Bersani, allora è meglio che tutti questi buoni propositi, che avete propinato agli italiani per cinque anni, li riponiate nel cassetto perché sarà impossibile, con Berlusconi al Governo, anche solo pensare di inserire un ordine del giorno (studiate se non sapete cosa sia!) per impegnare un sottosegretario a sedersi ad un tavolo negoziale.
Vergognatevi non per voi – non sapete cosa sia la dignità dato che siete diretti come Ambra lo era a 16 anni da Gianni Boncompagni, ma per i vostri figli, che giocando con i loro coetanei originari di altri paesi ma nati e cresciuti qui, penseranno di essere diversi e di avere diritti che ai piccoli stranieri saranno invece negati!