L’ultimo crociato
Con un articolo su Il Giornale ieri Magdi Cristiano Allam ha voluto condividere, con il proprio pubblico, la sua scelta personale di lasciare il Cattolicesimo. Le vicende religiose di Allam hanno sempre destato molta curiosità: dapprima, come musulmano, Magdi Allam è sempre stato considerato l’esempio di un Islam dialogante con il quale poter convivere. Ricordo bene molti articoli, belli, sia su la Repubblica che su Il Corriere della Sera. Poi avvenne la svolta: Magdi diventa Cristiano, si converte al Cattolicesimo e viene addirittura battezzato dal Papa in persona nella più importante notte della Chiesa Cattolica Romana, la Veglia Pasquale.
Non ho mai compreso come mai Ratzinger abbia accettato il rito del battesimo di un adulto, soprattutto perché proveniente dall’Islam, proprio durante la messa più politica del cattolicesimo ma così avvenne cinque anni fa. Si fece chiamare Magdi Cristiano e cominciò una sua personalissima crociata contro la sua ex religione, additandola di ogni nefandezza si potesse concepire. E per fortuna che la sua formazione non ha mai avuto molto successo elettorale perché se per una vignetta di Calderoli si rischiò abbastanza, per le farneticanti dichiarazioni di Allam il nostro Paese avrebbe passato qualche guaio serio.
Ma nell’articolo che Allam ha scritto ieri ci sono dei passaggi a dir poco inquietanti: parla di Chiesa debole con l’Islam, accusando oltre che Papa Francesco per il suo discorso della scorsa settimana al Corpo Diplomatico, anche Papa Benedetto XVI, colui che l’aveva battezzato, per aver visitato la Moschea di Istanbul e di aver pregato rivolto alla Mecca.
Si è scagliato contro Giovanni Paolo II che ha baciato il Sacro Libro dell’Islam e ha parlato di papalatria nei confronti di Francesco.
Ora è vero che i giornali hanno riportato ogni singolo gesto che questo nuovo pontefice ha compiuto, soprattutto perché si trattava di inediti per i vertici della Chiesa Latina.
Ma Allam non ci sta e va oltre. Rileggiamo insieme alcuni passi:
La mia è una scelta estremamente sofferta …. C’è stata un’improvvisa accelerazione nel far maturare questa decisione di fronte alla realtà di due Papi, che per la prima volta nella Storia s’incontrano e si abbracciano, entrambi depositari di investitura divina, dal momento che il grande elettore è lo Spirito Santo che si manifesta attraverso i cardinali, entrambi successori di Pietro e vicari di Cristo anche a prescindere dalla decisione umana di dimettersi ….
… La Papalatria che ha infiammato l’euforia per Francesco I e ha rapidamente archiviato Benedetto XVI, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso ….
… Ciò che più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa è il relativismo religioso e in particolare la legittimazione dell’islam come vera religione, di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto. È una autentica follia suicida il fatto che Giovanni Paolo II si spinse fino a baciare il Corano il 14 maggio 1999, che Benedetto XVI pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca all’interno della Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre 2006, mentre Francesco I ha esordito esaltando i musulmani «che adorano Dio unico, vivente e misericordioso» ….
Sono invece convinto che, pur nel rispetto dei musulmani depositari al pari di tutte le persone dei diritti inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà, l’Islam sia un’ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno. … l’Europa finirà per essere sottomessa all’Islam, così come è già accaduto a partire dal Settimo secolo alle altre due sponde del Mediterraneo, se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l’incompatibilità dell’Islam con la nostra civiltà e i diritti fondamentali della persona, se non metterà al bando il Corano per apologia dell’odio, della violenza e della morte nei confronti dei non musulmani, se non condannerà la sharia quale crimine contro l’umanità in quanto predica e pratica la violazione della sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà religiosa, infine se non bloccherà la diffusione delle moschee.
Mentre Papa Francesco sta facendo di tutto per mettere in risalto l’aspetto episcopale e pastorale della sua elezione, Allam sembra ancorato ad una visione pre-scismatica del ruolo del Romano Pontefice. E il vaso trabocca – per Allam – solo perché non comprende la scelta del Vicario di Cristo di ritirarsi a vita di preghiera. Ora a parte il fatto che anche seguendo la logica dello Spirito Santo come Grande Elettore e del Papa di Roma (scrivo Papa di Roma perché in realtà noi siamo abituati a chiamare così il Vescovo di Roma. Ma ci sono altre chiese orientali, sempre nella Chiesa Cattolica, che hanno ai loro vertici un Papa) come Vicario di Cristo, non è che essere vice-Cristo in Terra sia un compito semplicissimo … Pertanto se se lo dividono fra un vecchio vescovo emerito, con la preghiera soltanto, e il più giovane vescovo in carica, la storia del Vicario di Cristo non può costituire preoccupazione teologica!
Si capisce però che per un (ex) cattolico tradizionalista come Allam la scelta di Bergoglio, di presentarsi come Vescovo di Roma (come già detto nei giorni scorsi i simboli sono importanti: il Papa non indossa le scarpe rosse, simbolo del martirio, non ha indossato domenica l’anello piscatorio) sia insopportabile: non comprende che questo suo voler essere Pastore di una Diocesi e poi presiedere nella carità tutta la Chiesa, è un grande segno di apertura ai fratelli cristiani di oriente, quelli più vicini – geograficamente – all’Islam: per Allam il mondo è bianco o nero.
Roma ha ragione, Costantinopoli no.
Ma se questi aspetti riguardano la Chiesa al suo interno, grave è l’affermazione di Allam sull’Islam: innanzi tutto perché tutti i teologi cristiani sono concordi nell’affermare che Dio è unico e che le tre grandi religioni monoteiste adorano l’unico Dio.
Che poi i musulmani lo chiamino Allah, gli ebrei lo chiamano Jahvé e per i cristiani è Dio Padre poco importa. Il ridurre a ideologia l’Islam è una grave affermazione di Allam, che è di per sé di una violenza enorme. E questo ridurre tale religione ad un’ideologia è soltanto un espediente retorico per opporsi politicamente alla libertà di culto (che potrebbe portare all’otto per mille in Italia) e soprattutto alla fine delle realizzazioni delle moschee.
Ora io non so se Magdi Allam si sia reso conto della violenza assurda che ha avuto nel suo scritto: sta di fatto che quei cattolici che la pensano come lui, siano essi in comunione con Roma o siano fuoriusciti come il giornalista, stanno al Cristianesimo così come i fondamentalisti e i fanatici stanno all’Islam.
Manca soltanto che Allam e i suoi indossino l’armatura per andare a liberare il Santo Sepolcro in una moderna ultima Crociata!
Meno male che sono pochi!