#M5S e la demagogia sulla pelle degli italiani
Ho ascoltato con molta attenzione la prima parte dell’intervista ad una TV turca concessa da Beppe Grillo. Perché mai conceda intervista a tutti fuori dal Paese credo sia abbastanza chiaro, no? Teme le domande, soprattutto quelle scomode.
Ora a parte i soliti insulti per chi non ha votato per il Movimento Cinque Stelle (ci ha per l’ennesima volta definiti collusi con il sistema perché ci conviene in quanto abbiamo due case, ci facciamo comprare dalla rimodulazione dell’IMU …) ha cominciato una sequela di assurdità, a cominciare dalla piattaforma sempre promessa e mai realizzata per il confronto delle idee.
La cosa che se non fosse tragica sarebbe divertente è che Grillo parla come se lui provenisse da un mondo fatto di miseria e di stenti: afferma di voler andare verso un mondo dove si è meno ricchi e più felici, ma ci piacerebbe conoscere se lui stia vivendo con 2.000 euro al mese (che sarebbe il doppio di un operatore di call center) e non con i 4 milioni l’anno di reddito del 2005 che sicuramente saranno anche aumentati in questi quattro anni. Stigmatizza coloro che hanno due case (per inciso a Roma abito in affitto e non lo voto lo stesso!) ma se non ricordo male lui è stato inseguito dai giornalisti (ormai feccia dell’umanità!) sulla spiaggia davanti la sua casa a Marina di Bibbiona, Livorno, casa se non sbaglio è stata anche oggetto di uno di quei condoni tanto osteggiati da Grillo.
Ci dice che bisogna puntare a lavorare 20 ore settimanali, ma non chiarisce se lo si debba fare a parità di salario, perché non credo che le imprese sprizzino di gioia vedendo di fatto raddoppiare i propri costi.
Ci continua a dire che bisogna tagliare i costi della casta della politica come se qualche centinaio di migliaia di euro, al più qualche milione, possa risolvere il problema dell’ordine dei miliardi del ritardo dei pagamenti delle Amministrazioni Pubbliche (il risparmio dallo stipendio dei presidenti delle camere è di 112 mila euro, i rimborsi elettorali ammontano a qualche centinaio di milioni, i debiti delle imprese ammontano a circa 70-80 MILIARDI di euro. Chiara la differenza, no?).
E questi sono solo alcuni esempi.
Confesso che però mi sono stancato: Grillo ha imparato benissimo da Berlusconi che se ripeti ad libitum una bugia nella mente degli italiani essa diventa una verità. Ha compreso alla perfezione questa attitudine tutta italiana a voler essere coccolati come un bambino di tre anni, che ha paura del buio e che vuole le coperte rimboccate. Continua a ripetere che il mondo sta cambiando (forse è vero) e che in tutti i Paesi questi partiti stanno scomparendo: è invece vero esattamente il contrario. Nel primo paese dove hanno tentato questa sorta di democrazia diretta, che sarebbe come un’anarchia democratica, la Germania, queste forze antisistema stanno lentamente scomparendo. Negli USA i due partiti principali, Democrats e GOP, hanno preferito parlare con i movimenti di protesta (Occupy e Tea Party), inglobandoli nel sistema democratico statunitense. In Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, solo per citare i più popolosi stati dell’Unione Europea, i partiti sono vivi e vegeti. E sono anche finanziati dallo stato!
Evidentemente noi italiani però siamo diversi: abbiamo bisogno di un uomo della provvidenza. Fu così nel Ventennio fascista e più recentemente in quello berlusconiano, che ancora tarda a finire.
Durante la guerra fredda il nostro baby sitter, gli Stati Uniti d’America, hanno supplito all’assenza di un solo individuo e la stessa Democrazia Cristiana fungeva da destra e sinistra simultaneamente, grazie ad una divisione in correnti che aveva il suo punto d’unione nell’avversione al Partito Comunista Italiano.
Abbiamo bisogno di credere che ci sia qualcuno che si sacrifichi per noi: così è stato per Berlusconi prima, così è per Grillo adesso. Si diceva nel 1994: “questo Berlusconi è ricco di suo, non ha bisogno di rubare. Non lo conosciamo, lo mettiamo alla prova“. Sono passati venti anni e cosa è cambiato?
Il Movimento Cinque Stelle è ufficialmente di proprietà di Grillo, di suo nipote e di un terzo uomo sconosciuto ai più: decidono loro chi e se ammettere. Grillo (o chi per lui) scrive sul blog la linea e tutti la ripetono come un mantra. Poi se i commenti ai post sono magari troppo forti, si modifica leggermente la linea, senza però confrontarsi.
Non dico con me, ovviamente, dico fra loro. Ho provato a commentare sul blog di Beppe Grillo, spesso rispondo ai suoi tweet e se non lo faccio su Facebook è perché non voglio rischiare inondazioni sul mio profilo del social network di Zuckerberg.
Eppure la bugia ripetuta fino allo sfinimento ha portato i suoi risultati: il Movimento è di tutti, è composto di cittadini, è libero nel confronto. Ed infatti Giovanni Favia, Federica Salsi e Valentino Tavolazzi sono stati espulsi …
Ma secondo i canoni dell’insegnamento del Cavaliere ripeti la bugia tante volte che nella mente della gente si piazzerà come verità rivelata.
Pensate a ieri: il capogruppo al Senato del Movimento, Vito Crimi, ha insultato in diretta streaming il Capo dello Stato. Poi, dopo, rettifica dicendo che non l’aveva fatto e che aveva chiamato il Quirinale per scusarsi di essere stato frainteso.
Ma l’abbiamo visto in diretta streaming, direte voi? Già certo, ma quanti si informano compiutamente sulla politica? Quanti hanno guardato queste dirette, coordinate da questo personaggio che dire che se la tira troppo è veramente poco?
Ci si dorme sopra la notte e tutto passa.
E potremmo continuare con tanti esempi, uno su tutti quello dei voti alla Camera dei Deputati. Mi sono sgolato virtualmente per quanti cinguettii ho dovuto emettere per spiegare – ai ripetitori del mantra grillino – che un conto è il meccanismo elettorale per l’attribuzione dei seggi che è immorale (assurdo che chi ha nemmeno un terzo dei voti in un collegio ottenga il 55% dei seggi, così come le due forze che ottengono oltre il 20% si debbano ripartire molti meno seggi di quanti ne avrebbero con un sistema proporzionale puro). Un altro però è il conto dei voti validi, dove uno vale uno anche per i nostri connazionali all’estero. Però anche lì viene ripetuta la solita manfrina e tutti lì a dire che conta l’Italia e non l’estero, non si sa nemmeno perché!
Diventa inutile spiegare qualcosa che anche a mia figlia della scuola dell’infanzia sarebbe chiaro e cioè che non puoi sommare pere e mele in quanto diverse, ma evidentemente non è così semplice.
Ah dimenticavo: il problema di ogni cosa è il Partito Democratico e Pierluigi Bersani nella fattispecie. Infatti è l’unico partito strutturato del nostro Paese, con organismi dirigenti, a qualunque livello comunale, provinciale e regionale, eletti secondo quanto prescrive lo statuto, con un segretario nazionale scelto attraverso la consultazione diretta dei cittadini.
Infatti diventa il vero avversario di Grillo proprio Bersani e il suo PD, che strategicamente continua a definire PDmenoL, come se fosse la stessa cosa del PDL di Silvio Berlusconi.
E non sento mai uno dei suoi simpatizzanti o attivisti alzare un pochino la voce per dire “no, ragazzi, basta chiamarlo PDmenoL, rappresentano un terzo dell’Italia, basta offenderli!“.
Nessuno, silenzio. Assordante.
Eppure Bersani è stato un ottimo ministro dell’Industria, liberalizzando moltissimo e facendosi parecchi nemici, specialmente nelle banche e questo nonostante MPS …
Ma questo non basta perché essendo l’unico partito che resiste nella sua struttura democratica, a differenza di questi partiti o coalizioni proprietari che si sono presentate alle elezioni, bisogna distruggerlo, perché magari esca anche a sinistra un bel populista, spari anche lui quattro cazzate e la prossima campagna elettorale.
Così finalmente la si potrà fare a chi ce l’ha più lungo.